giovedì 24 maggio 2018

Referendum consultivo sull'accorpamento dei servizi sociali


Procede a tappe forzate lo smantellamento della zona distretto Alta Val di Cecina che va verso la fusione (dissolvimento) con l’area della Val d’Era. Il distretto si riferisce all’ambito in cui vengono analizzate, decise e sviluppate le politiche sociali locali. Per la Val di Cecina l’accorpamento significa la perdita – anche nel settore sociale – di specificità e potere decisionale. Questo comporterà il dirottamento del centro di comando a Pontedera e lo scippo, per il nostro territorio, della cabina di regia nel settore dei servizi socio-assistenziali, finora rappresentati dalla Società della Salute Alta Val di Cecina, consorzio pubblico tra i comuni della zona e Asl. E’ facile prevedere che l’accorpamento provocherà serie ripercussioni pratiche negative, perché le questioni sociali cruciali per la zona centrale e più ampia della Val d’Era sono molto diverse dalle nostre: lì c’è una forte pressione migratoria, qui prevalgono i problemi legati alla popolazione anziana. Tuttavia, questo vuole la Regione Toscana che da anni spinge per l’accentramento in tutti i settori, e a questo dettato si sta adeguando la maggioranza dei Comuni, pur trattandosi di materia di competenza locale. Su questo ennesimo passo verso l’accentramento, infatti, l’unico Comune della zona che sta opponendo resistenza è, a conti fatti, quello di Volterra. I Comuni di Pomarance, Montecatini  e Castelnuovo Val di Cecina, dopo aver dichiarato la contrarietà al processo di fusione in linea di principio, hanno sottoscritto l’accordo predisposto dalla Regione, scegliendo di accodarsi all’andazzo generale. Esiste però una strada alternativa che potrebbe salvaguardare l’autonomia e l’indipendenza dell’Alta Val di Cecina: abbandonare la gestione dei servizi attraverso lo strumento della Società della Salute e recuperare la gestione diretta comunale di alcuni servizi di natura sociale,  affidando quelli più propriamente socio-assistenziali in convenzione all’Azienda Sanitaria. Si tratta senz’altro di un percorso in salita e controcorrente in Toscana, ma vale la pena a nostro avviso approfondire questa opportunità per preservare il controllo della gestione di servizi delicati come quelli sociali e socio-assistenziali. E’ indubbio che solo una gestione su piccola scala può  garantire un’organizzazione che tenga conto delle caratteristiche specifiche della zona, ovvero di un territorio vasto, una densità abitativa scarsa e una popolazione prevalentemente anziana. Peraltro all’esito della fusione, la nostra rappresentatività nella Società della Salute che includerà i comuni della Val d’Era e della Val di Cecina, sarà del 7%. Difficile pensare che si possa mantenere un ruolo significativo nelle scelte che l’organismo sarà tenuto ad assumere. Dall’interno della Commissione Sanità di zona è stato proposto di coinvolgere la popolazione nella decisione, sottoponendo, tramite un referendum consultivo, la scelta dell’accorpamento al vaglio dei cittadini. Un modo per allargare e approfondire la discussione su un tema sensibile che avrà forti ripercussioni sul nostro futuro, portando tra la gente una discussione sulle scelte politiche di forte impatto e lunga durata. Il nostro gruppo sostiene questa proposta: ci pare doveroso che i cittadini abbiano almeno diritto di parola sull’ennesima iniziativa regionale, che rischia di essere calata sulle loro teste praticamente a loro insaputa. Proviamo a dare sostanza alla democrazia: chiediamo ai cittadini se ritengono giusto e conveniente che la gestione dei servizi sociali e socio-assistenziali assuma una dimensione vasta e centralizzata o si mantenga aderente a zone intercomunali omogenee. Ci auguriamo che gli altri Comuni dell’Alta Val di Cecina ritengano di percorrere questa strada insieme con noi.
                                                                                           Progetto per Volterra




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