martedì 11 aprile 2017

Asa:paghi 3 e prendi 2



Prendiamo spunto dall’ultimo comunicato del Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua per trarre le seguenti osservazioni relative all’avviso che Asa ha mandato di recente a tutti i clienti. Nell’avviso l’azienda dell’acqua comunica che entro la fine del 2017 dovrà recuperare il costo degli investimenti fatti nel 2011, per cui procederà a un ulteriore addebito per ogni utenza: in media 25 euro ciascuno (spalmato in 4 rate). Sebbene sia cambiata la Presidenza di ASA, la condotta del nuovo vertice è perfettamente in linea con le politiche di sempre: privatizzare i ricavi del gestore e spalmare costi (e debiti) sui cittadini.
Le famigerate partite pregresse relative al triennio 2008/2010 sono state addebitate in bolletta già qualche anno fa, per un valore di quasi 19 milioni di euro. In quel  periodo era in vigore il metodo “normalizzato” e gli investimenti venivano pagati anticipatamente in fattura dagli utenti. Peccato che ASA abbia realizzato nel triennio suddetto solo il 53% degli investimenti previsti, facendo mancare all’appello circa 21 milioni di euro. Perché in questo caso non si sono deliberate partite pregresse a favore degli utenti, come invece è stato fatto per il gestore fiorentino, Publiacqua? Dove sono finiti quei milioni di investimenti programmati, già pagati in bolletta dai cittadini e non più rivisti? Adesso si addebitano in fattura altri 5 milioni di partite pregresse per il 2011, sempre a favore del gestore. Ma vogliamo ricordare che anche nell’anno 2011 ASA ha realizzato solo il 38% degli investimenti previsti, cioè 14 miseri milioni a fronte dei 36 preventivati?
Non solo, si evidenzia anche una disparità di trattamento nel recupero delle somme: quando si è trattato di restituire ai cittadini la quota in tariffa relativa alla depurazione, Asa ha sostenuto che vigesse la prescrizione dopo 5 anni, ma adesso che vuole incassare il limite di 5 anni non esiste più.
Le vere ragioni che consentono ad Asa di pretendere pagamenti aggiuntivi dai cittadini risiedono nelle storture del sistema del servizio idrico, congegnato dalle amministrazioni targate PD per creare “aziende” private con i soldi pubblici dove riciclare personale politico. Nonostante i gestori siano società di capitali private, sono le uniche aziende cui spetta per legge di riaddebitare ai loro clienti la differenza tra quanto avevano previsto di riscuotere e l’introito effettivamente realizzato. Aziende col profitto garantito per legge, a dispetto delle capacità dei dirigenti. Si tratta di un sistema di gestione che mette insieme il peggio del privato (fine unico il profitto) e il peggio del pubblico (scaricare sui cittadini, anziché sul gestore, i costi delle inefficienze). Il paradosso di questo sistema è che noi cittadini toscani da anni siamo strangolati dalle tariffe più care d’Italia, pur consumando sempre meno acqua (siamo la regione con il più basso consumo in Italia). I Toscani però non pagheranno meno perché  alla fine si trovano a dover coprire gli investimenti sbagliati che le aziende di servizi hanno fatto.
Notiamo, inoltre, che una fetta importante di investimenti per i  quali Asa ci chiede il rimborso è relativa agli interventi effettuati nell’impianto di potabilizzazione per il trattamento del Boro e dell’Arsenico (22 milioni). Eppure non sono stati i cittadini  ad inquinare l’acqua con queste sostanze, ma aziende che hanno un nome e un cognome. In questo caso, evidentemente,  non vale il principio teoricamente sancito dalla legge: “chi inquina paga”.
Infine, vogliamo far notare che in tutto il territorio gestito da ASA la diverse tipologie di utenza (domestica, produttiva, agricola, etc.) hanno consumato nel 2015 circa 27 milioni di metri cubi, pagando una tariffa media di euro 3,15 a metro cubo, tra le più care della Toscana. Nello stesso anno la sola società Solvay ha consumato oltre 21 milioni di metri cubi d’acqua, pagandola 5 millesimi di euro a metro cubo: l’1,5% della tariffa imposta a tutti gli altri. Eppure di questa assurda disparità nessuno parla.
Progetto per Volterra

mercoledì 5 aprile 2017

Adesione alla Giornata Europea in difesa della sanità pubblica



Progetto per Volterra con il suo consigliere Sonia Guarneri  ha presentato il 14 marzo  2017 nel Consiglio Comunale di Volterra la mozione "Adesione alla giornata europea di mobilitazione per la difesa della sanità pubblica". Il Consiglio ha approvato con la sola astensione del Partito Democratico.
Il Comune di Volterra aderisce quindi alla giornata europea in difesa della sanità pubblica.
Ricordiamo che nel 2016, 11 milioni di Italiani hanno rinunciato a prestazioni sanitarie, a causa di difficoltà economiche. In Toscana le politiche sanitarie di privatizzazione si sono sovrapposte alle razionalizzazioni volute dal PD e da Enrico Rossi, mentre le assicurazioni prendono sempre più piede, in un Paese dove l'investimento nella sanità pubblica è fra i più bassi in Europa.Le misure di austerità che si abbattono sul servizio pubblico vengono contestate il 7 aprile in tutta Europa, perché il diritto alla salute è universale ed è inaccettabile che si curino solo coloro che se lo possono permettere. Venerdì  7  a Firenze in piazza del Duomo ore 16, si terrà la manifestazione per una sanità pubblica che sia universale e vicino alle persone.
Progetto per Volterra

lunedì 3 aprile 2017

Il gioco del Monopoli



Nel corso del consiglio comunale del 14 marzo scorso è stato dato avvio al procedimento di approvazione di una Variante al Regolamento Urbanistico avente come oggetto la programmazione di una serie di interventi edilizi di natura “pubblica”. La variante si caratterizza per individuare una serie di interventi sporadici completamente scollegati tra loro, nonché una sfilza di vere e proprie contraddizioni.Tra gli interventi che si vorrebbero inserire nella programmazione urbanistica troviamo inaspettatamente opere già realizzate, che non ci sarebbe alcuna ragione logica di disfare e riprogrammare: è il caso dell’isola ecologica appena completata, che all’indomani dell’inaugurazione si vuole già demolire e spostare, senza aver minimamente ancora ammortizzato l’investimento e ipotizzando di comprare una nuova area, affrontando la spesa di una nuova  realizzazione. Ugualmente contraddittoria è la previsione di interventi di potenziamento dell’area artigianale di Pian dei Gelsi (presso Prato d’Era). Tutti ricorderanno che per quanto riguarda le attività produttive, il verbo dell’amministrazione Buselli è stata la realizzazione del PIP a Saline  di Volterra, accompagnata da feroci critiche alle precedenti amministrazioni che avevano puntato sull’infelice area di S. Quirico. Eppure, realizzata un’area artigianale a Saline nuova e deserta, adesso l’amministrazione ha deciso di dare improrogabile urgenza alla programmazione di non meglio precisati interventi di natura pubblica a corredo dell’area artigianale di Pian dei Gelsi, da localizzare proprio su una striscia di terreno che costeggia il fiume. Area ad elevato rischio di alluvionamento e con significativi problemi di accessibilità. Ugualmente criticabile è l’inserimento di molteplici interventi pubblici su Saline di Volterra, in aree anch’esse a pericolosità idraulica elevata che ancora non sono state oggetto di interventi di messa in sicurezza. Si sa infatti che anche laddove certi progetti di messa in sicurezza esistono, la loro realizzazione richiederà tempi lunghi e risorse ingenti e incerte. Prevedere, sin da ora, per qualcosa che è ancora di là da venire vuol dire non avere consapevolezza dei limiti delle pubbliche amministrazioni, di cui il Comune di Volterra dovrebbe invece essere ben conscio, visto che ha nel suo curriculum diversi esempi di progetti che in fase di realizzazione si sono definitivamente impantanati o hanno magicamente visto moltiplicare il proprio costo. Certi progetti di regimazione delle acque sono talmente complessi e richiedono talmente tante risorse che bisognerebbe adoperare adeguata cautela prima di darli per già completati e immaginare addirittura di far sorgere campi sportivi o parcheggi in aree esondabili. Che dire infine dell’edilizia residenziale pubblica? L’amministrazione Buselli non ha mai avuto le idee chiare su dove posizionare nuovi alloggi popolari e ogni 2-3 anni continua a spostare l’ubicazione delle future e immaginarie nuove unità abitative. Nel 2012 impose a colpi di maggioranza una variante nella quale le individuava nell’area di S. Felice, addirittura permutando aree pubbliche con aree private sulla base di questa previsione. Fummo tra i più critici riguardo questa scelta per la delicatezza dell’area, affacciata su un versante che non ci pareva il caso fosse appesantito da ulteriori interventi edilizi di questa natura. Adesso, forse c’è stato un sogno premonitore, si è ravveduto pure il sindaco che cancella tutto e va ad immaginare l’edilizia pubblica fuori S. Lazzaro, accanto alla chiesa. Quale siano i criteri in base ai quali vengono programmati gli interventi, poi cancellati e infine spostati rimane un mistero. Di certo possiamo affermare che sta volgendo al termine il secondo mandato Buselli e non si vede all’orizzonte neppure un nuovo alloggio di edilizia popolare nonostante sulla carta fosse tra gli interventi prioritari da portare a termine.
Progetto per Volterra