sabato 9 maggio 2015

Il giudice stoppa le prepotenze sul lavoro in Comune

E' arrivata alla conclusione la controversia, finita davanti al giudice del lavoro, tra l'amministrazione comunale di Volterra e una impiegata (R.M.). Aveva ragione quest'ultima. La vicenda ebbe qualche risonanza anche sui giornali, perché venne in seguito ad altri “incidenti” intercorsi tra la giunta Buselli e una parte dei dipendenti comunali. Nel caso specifico, l'impiegata venne bruscamente trasferita dall'ufficio tecnico ad altro ufficio, in pratica relegandola al margine della macchina comunale. Le ragioni di quel trasferimento suscitarono fin da subito parecchi sospetti, perché fu grazie all'azione di trasparenza portata avanti da qualche dipendente comunale che solo poche settimane prima erano emersi gli episodi di Benzinopoli. Lo scandalo che imbarazzò non poco Buselli, perché portò alla luce la circostanza che alcuni amministratori in carica usavano le carte di credito dedicate al rifornimento degli automezzi comunali per fare il pieno alle proprie automobili private. All'epoca, conoscendo da vicino la dinamica dei fatti, prendemmo posizione a favore della dipendente e del gruppo di lavoratori che nell'immediato espresse pubblicamente la propria solidarietà a favore della collega.
Oggi, dopo due anni di approfondimenti e a seguito del dibattimento, il giudice del lavoro ha emesso la sua sentenza: il trasferimento fu eseguito in modo illecito e l'impiegata è stata reintegrata al suo precedente posto di lavoro. Aspettiamo la pubblicazione della sentenza per avere maggiori dettagli, ma un paio di considerazioni ci sentiamo di proporle fin da adesso.
L'episodio è figlio dei nostri tempi: dopo oltre due decenni di retorica aziendalista, l'organizzazione piramidale dei Comuni favorisce in molti sindaci e nelle loro giunte l'idea di poter agire indisturbati all'interno dell'organizzazione comunale, a dispetto delle competenze e dei meriti maturati dai singoli, fino alla prevaricazione dei diritti dei dipendenti. Il che la dice lunga su quanto si sia deteriorata nel tempo l'idea stessa di lavoro: un valore che, come molti altri, è costituzionale in questo Paese solo sulla carta.
Un concetto sul quale si sprecano fiumi di retorica in innumerevoli occasioni, ma all'atto pratico utilizzato quotidianamente per operare ricatti ed esclusioni.
L'altra considerazione riguarda l'ormai lunghissima sequenza di conti che continuano ad arrivare al Comune di Volterra per foraggiare gli avvocati di cause perse e, talora, come nel presente caso, perfino riprovevoli. A conclusione dell'udienza, il giudice, infatti, avendo dato torto all'amministrazione Buselli, l'ha conseguentemente condannata anche al pagamento delle spese processuali. Ora, ci chiediamo quanto sia corretto il modo di agire di questa giunta, che utilizza i denari del comune per difendere nelle aule dei tribunali decisioni amministrativamente discutibili e talora palesemente scorrette. Dopo più di un episodio simile, in cui l'amministrazione di Volterra ha perso la causa davanti al giudice, non sarebbe forse il caso di cominciare a far pagare direttamente chi ha sbagliato?

Progetto per Volterra






giovedì 7 maggio 2015

Maggiore attenzione in Borgo S. Giusto

Ci è stata recapitata in questi giorni una lettera a firma di alcuni residenti in Borgo S. Giusto che lamentano situazioni di disagio legate alla mancanza di un’adeguata vigilanza sul traffico e la sosta, nonché per l'incuria che si riscontra nel quartiere. Problemi annosi, mai seriamente affrontati a cui si sono aggiunti i recenti fatti di vandalismo che rischiano di portare all'esasperazione più di un concittadino. Purtroppo è noto che le periferie della città, così come le frazioni, soffrono da sempre di un “isolamento” che oltre ad essere di tipo geografico purtroppo spesso si traduce in colpevole trascuratezza da parte dell’amministrazione.
Va premesso che l'incuria a Volterra sembra un fenomeno sistemico, che appariva ancor più grave di adesso durante le ultime giunte rette dal PD. Lo scarso rispetto delle regole, favorito dalla cronica assenza di controlli e di sanzioni, se è possibile sembra un fenomeno ancor più radicato, esteso dal centro storico alle zone più periferiche della città. Sappiamo bene che la situazione segnalata dagli abitanti di Borgo S. Giusto corrisponde al vero, e si trascina da molti anni. Basta percorrere il Borgo da S. Stefano fino alle Balze per rendersene conto.
Partendo dalla zona più alta del borgo, scendendo da S. Stefano, si osservano auto costantemente parcheggiate in divieto di sosta, davanti alla RSA S. Chiara, davanti al circolo ACLI, in prossimità degli incroci con Via Pisana e Via di S. Chiara e in molti altri tratti. Le auto parcheggiate senza criterio rendono difficoltoso il transito e trasformano i marciapiedi e le zone dedicate ai pedoni in percorsi ad ostacoli. La situazione non migliora scendendo lungo il Borgo antico dove le auto parcheggiate ovunque costringono i pedoni a camminare sulla sede stradale. Da anni non si vedono multe sulle auto in divieto di sosta, perciò qualunque imbecille si sente autorizzato a fare il proprio comodo senza alcun rispetto per gli altri.
Ma la trascuratezza si nota anche nell'assenza di manutenzione: il tratto finale di via dei Leccetti andando verso Menseri, per esempio, è disseminato di buche sull'asfalto. Per non parlare delle condizioni in cui versa il parcheggio sterrato delle Balze, oltretutto importante meta turistica, dove fanno mostra di sé solchi, buche (che in inverno divengono enormi pozzanghere) e staccionate fatiscenti.
Nella parte antica del Borgo, dalla Chiesa di S. Giusto fino alle Balze, l’illuminazione insufficiente, la strada stretta, l’assenza di marciapiede e le auto affastellate a casaccio rendono il passaggio serale pericoloso, specialmente per gli anziani e i bambini.
Altra chicca, le aree riservate alla raccolta differenziata. Lasciate in totale abbandono. Ad esempio, quella ubicata nel parcheggio delle Balze (vedi foto), dove l’incuria si sposa con la maleducazione di una minoranza di cittadini che deposita a terra ogni tipo di rifiuto. Per fortuna qualche abitante ha avuto il buon gusto di far rampicare un profumato ramo di glicine alla rete prossima ai cassonetti. Fanno sorridere le assemblee di quartiere indette dall’amministrazione comunale per promuovere la raccolta differenziata, quando la trascuratezza è sotto gli occhi di tutti, mentre ogni anno aumenta la tassazione specifica.
C’è da augurarsi che l’amministrazione comunale cambi rotta e inauguri una stagione di controlli, investendo tempo e risorse anche in queste zone della città. Affinché rispetto delle regole e decoro urbano diventino una cosa seria e non rimangano solo slogan da campagna elettorale.

Progetto per Volterra