lunedì 27 aprile 2015

La crisi alla Smith

E’ giunta in queste ore la conferma del grave rischio di chiusura che incombe sullo stabilimento Smith di Saline di Volterra. Stamani sono stati convocati i sindacati provinciali ai quali è stata annunciata la terribile notizia.
Questa industria è una realtà importantissima per la zona, perché rappresenta uno dei pochi impianti industriali produttivi ancora presenti su questo territorio e soprattutto perché impiega circa duecento lavoratori. Un grande numero se confrontato con quello della popolazione in età produttiva che vive attualmente in Alta Val di Cecina. Fino a pochi anni fa, nessuno avrebbe messo in discussione il futuro di questo impianto, per l’alta specializzazione del suo personale e di conseguenza per l’elevata qualità dei manufatti prodotti (scalpelli per ricerche minerarie). Più di recente, tuttavia, la crisi che ha coinvolto il settore petrolifero aveva dato motivi di preoccupazione anche a Saline, dove non erano mancati contraccolpi anche sotto forma di riorganizzazioni del lavoro, nonché di cassa integrazione. Oggi sembra che questi sacrifici non bastino ancora, anzi ci viene prospettata la peggiore delle ipotesi.
Un’ipotesi, quella della chiusura, che in ogni caso dev’essere scongiurata. Facciamo appello alla proprietà e soprattutto alle istituzioni affinché lavorino assieme ai sindacati per trovare una soluzione ragionevole e positiva di questa ennesima crisi che metterebbe a rischio il futuro prossimo di questo territorio.
 Sebbene in queste ore le formule di rito si sprechino, ci sentiamo sinceramente di esprimerela nostra più viva solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie, affinché trovino la forza di reagire e lottare contro la chiusura. Per quanto potremo, saremo al loro fianco.
Progetto per Volterra



lunedì 20 aprile 2015

I dati della raccolta differenziata




Alcune assemblee organizzate sul territorio dall’amministrazione comunale ed aventi ad oggetto la sensibilizzazione dei cittadini alla raccolta differenziata, danno l’occasione per fare il punto sul tema.
Il comune di Volterra si caratterizza da anni per bassissime percentuali di raccolta differenziata che, come si vede dal grafico sotto, oscillano intorno al 30-33% del totale conferito. Il dato non è privo di conseguenze non solo sul piano ambientale ma anche di bilancio.
Il comune infatti sostiene maggiori costi per il conferimento in discarica di materiale che avrebbe dovuto essere oggetto di raccolta differenziata e contemporaneamente non percepisce le maggiori entrate che deriverebbero dalla vendita di alcune frazioni di rifiuto, come la carta.  Inoltre il mancato raggiungimento degli obiettivi minimi di raccolta differenziata imposti dal D.Lgs 152/06 (evidenziati nel grafico sotto con colorazione chiara) comporta l’applicazione di una addizionale del 20% al tributo speciale a carico dei comuni non virtuosi per l’eccessivo smaltimento in discarica (tributo pari per il 2015 a circa € 135.000,00). Costi su cui l’erario può rivalersi, come è accaduto a Recco (Genova), dove nel  maggio 2013  la magistratura contabile ha condannato gli amministratori a risarcire il Comune per il danno arrecato dalla mancata assunzione di idonee iniziative per rimediare agli scarsi risultati proprio sulla raccolta differenziata.
L’esperienza di altri comuni dimostra che le iniziative di sensibilizzazione hanno senso e producono effetti apprezzabili  se accompagnate, da un lato, dall’attivazione di servizi mirati come l’estensione del porta a porta o la diffusione capillare delle campane stradali di raccolta e, dall’altro, da azioni mirate come la promozione del compostaggio domestico, gli acquisti verdi, le incentivazioni del vuoto a rendere, le eco-feste ect.
Ad oggi nulla si è fatto in questa direzione né evidentemente si intende farlo nel 2015, visto che i documenti di programmazione di prossima approvazione in Consiglio Comunale non recano alcun stanziamento né riportano alcun progetto in tal senso.
L’unica cosa certa, anche per quest’anno,  è l’ulteriore aumento della tariffa sui rifiuti del 10%.
Progetto per Volterra

I dati del grafico e dell’articolo sono dati ufficiali del comune di Volterra estratti dal Piano Finanziario del Servizio di Gestione Rifiuti 2015.

lunedì 13 aprile 2015

Cari parcheggi



Per una città turistica come Volterra il week end di Pasqua è sempre il banco di prova di inizio stagione. Anche quest’anno, per fortuna, l'affluenza di visitatori è stata cospicua, ma ancora una volta è risultata evidente la carenza di soluzioni per il parcheggio di auto e camper, con un vero e proprio assedio a ogni piccolo spazio disponibile, compresi marciapiedi e aree verdi. L’Amministrazione Buselli ha più volte sbandierato di aver creato decine di nuovi posti-auto e nuove aree camper, soprattutto a spese della larghezza della carreggiata di Viale dei Filosofi. Tralasciando le esagerazioni, anche ammesso che sia vero, al netto dei posti auto eliminati, i parcheggi continuano essere pochi, mal distribuiti e sforniti di qualsivoglia servizio (bus navetta, aree di accoglienza, bagni pubblici, ect.), con conseguente pessima pubblicità per la città. Alcune aree si presentano, poi, in vero e proprio stato di abbandono, come Docciola, dove i soliti profondi solchi attraversano da parte a parte il piazzale o l'area della Stazione, con i suoi ruderi fatiscenti che danno il benvenuto ai turisti alludendo, forse, alla caducità delle cose terrene. Le recenti decisioni sul tema parcheggi assunte da Buselli si limitano ad aggravare i costi, premuti dall'urgenza di fare cassa subito. Ecco, quindi, che le poche aree libere divengono a pagamento (Gioconovo), mentre quelle già munite di strisce blu vedono aumentare a dismisura il costo del ticket. Ad esempio, l’area dei Macelli subisce il raddoppio del costo orario, che passa da 1 a 2 euro. Tutte le altre aree a pagamento passano da 1,50 all'ora a 2 euro, senza distinzioni tra aree più vicine o più lontane dal centro. Menzione a parte merita l’area della Stazione che continua a rimanere nelle pessime condizioni di sempre, ma subisce il raddoppio secco delle tariffe giornaliere: per le auto il costo passa da 4 a 8 euro per la mezza giornata, da 6 a 12 euro la giornata intera. Va leggermente meglio alla sosta dei bus che aumenta del 25% secco. L’area di Vallebona si conferma destinata ai residenti, però, l’apposizione della sbarra diviene il pretesto per giustificare il primo aumento del contrassegno, non ancora quantificato ma probabilmente oscillante tra i 10 e i 20 euro annui. Quando si pretendono tariffe elevate come quelle in vigore dal prossimo 1 maggio, si dovrebbero almeno garantire aree ben curate e un minimo di servizio di accoglienza (cartellonistica, area di ristoro, navette ect.), ma temiamo che ci dovremo accontentare delle poche toppe di asfalto messe giù qua e là alla meno peggio nei mesi scorsi.In prospettiva, se diamo un’occhiata al piano degli investimenti comunali del prossimo triennio, troviamo il vuoto totale riguardo la realizzazione di aree nuove o anche la semplice sistemazione delle aree di sosta esistenti. Si continua a sperare che un privato realizzi, magari tramite project financing, un mega-parcheggio nell'area di Docciola e/o uno vicino a Porta Marcoli, progetto quest’ultimo che peraltro si è meritato un secco parere negativo da parte del genio civile per la pericolosità dell'opera. Nell'attesa non si vede alcuno sforzo per ricercare ulteriori soluzioni, anche semplici, a breve termine. Eppure sono più volte state suggerite soluzioni facili da realizzare in aree strategiche (come un parcheggio a raso poco impattante nell'area sopra la Coop o all'incrocio tra Viale dei Filosofi e la SR68) e molte altre se ne potrebbero studiare. Del resto è paradossale che l’amministrazione di una città turistica aumenti così tanto le tariffe dei parcheggi solo per garantirsi un forte gettito (520.000 euro previste contro le 300.000 del 2014), senza preoccuparsi di investire su un'infrastruttura primaria che rappresenta il primo biglietto da visita della città.
Progetto per Volterra




Super Irpef



Il bilancio comunale presentato dall'amministrazione Buselli verrà sicuramente ricordato per l'eccezionale impennata dell'aliquota Irpef comunale. Ricordiamo di cosa si tratta. L'Irpef è l'imposta complessiva sul reddito dichiarato introdotta dal 1998. Anche se si paga allo stato è strutturata in diverse aliquote: nazionale, regionale e comunale, la loro somma sancisce quanto ciascuno di noi deve sborsare. Il Ministero delle Finanze incassa il totale e poi provvede a redistribuire quanto spetta loro alle amministrazioni subordinate, regioni e comuni. Regioni e Comuni decidono, entro certi parametri, quanto far pagare ai propri cittadini la loro aliquota Irpef. Il principio in fondo è anche giusto, così i comuni più virtuosi riescono a pretendere meno dai propri residenti mentre, viceversa, i comuni finanziariamente più incapaci risultano inevitabilmente i più esosi. Il comune di Volterra, con le modifiche che intende introdurre fra pochi giorni, si candida ad assurgere tra i comuni più sanguisuga d'Italia. Fino ad oggi il nostro regolamento prevedeva una suddivisione progressiva su 5 fasce di reddito, che andava da 0,28% per i redditi più bassi allo 0,8% per i redditi superiori a 75000€ all'anno, secondo il principio di equità (previsto dalla Costituzione) per cui i più ricchi versano un po' di più rispetto ai meno abbienti. Da quest'anno questo criterio viene abbandonato: il comune si appresta, infatti, ad istituire un'aliquota unica dello 0,78% (0,8% è il massimo consentito). Poveri e ricchi ugualmente tartassati, per giunta applicando sostanzialmente la percentuale massima consentita dalla legge. Come foglia di fico, si prevede un'esenzione per i redditi al di sotto dei 7000 euro all'anno, che varrà per quei pochissimi che materialmente non potrebbero comunque pagare; tutti gli altri verranno stangati a dovere.   Che si profili un vero e proprio salasso per i volterrani lo dimostrano le stesse previsioni dell'ufficio finanziario del comune, evidenziate nel grafico riprodotto qui a fianco. Infatti, è facile constatare che se nel 2014 il Comune per l'Irpef aveva incassato dai suoi cittadini la cifra complessiva di 480.000€, quest'anno si appresta a prelevare ben 1.150.000€ spremendo più del doppio (circa il 140% in più) i propri contribuenti. Un aumento così spropositato ormai è inevitabile, perché l'amministrazione non ha provveduto a tagliare neppure uno dei tanti sprechi che ancora pesano sul nostro comune. Si potrebbe, infatti, vedere la nostra super-Irpef come una specie di superbollo sulla cronica incapacità (o  mancanza di volontà, fate voi) dei nostri amministratori di mettere in sesto le casse comunali.
Progetto per Volterra

venerdì 3 aprile 2015

LA RESA DEI CONTI

L'andamento dell'aliquota Irpef nel Comune di Volterra in 6 anni
L’utilizzo dissennato delle risorse pubbliche, gli sprechi e i tagli del governo Renzi ai comuni hanno presentato il loro prevedibile conto. L’amministrazione Buselli, non sapendo più come chiudere il bilancio e avendo evitato per 5 anni qualsiasi misura di taglio agli sprechi, ha deciso di percorrere la solita, vecchia strada: l’aumento a dismisura delle tasse e delle tariffe.
Per l’anno 2015 è stato, dunque, deciso l’aumento fino al 178% dell’addizionale Irpef (per un gettito complessivo che passerà dai 480.000 euro del 2014 a 1.150.00 euro di quest'anno), l’aumento del 9% della Tassa sui rifiuti ed il raddoppio delle tariffe dei parcheggi cittadini, ponendo inoltre a pagamento aree di sosta fino a questo momento libere e a disposizione dei residenti (Gioconovo).
Qualcuno ricorderà che la discussione sull’allegra gestione delle risorse comunali e sugli sprechi fu il tema ricorrente della nostra lista in campagna elettorale, pur se abbastanza snobbata dalla maggioranza dell'opinione pubblica, attratta dalle promesse mirabolanti di improbabili investimenti in faraoniche opere pubbliche che avrebbero dato “lustro e slancio“ alla nostra nobile città. Ora, però, i nodi sono venuti al pettine. Gli investimenti non si possono fare, mentre è “indispensabile” aumentare le tasse per coprire i costi ordinari di gestione della macchina comunale.
Un'amministrazione mediocre, di fronte a queste situazioni, percorre tradizionalmente due vie: l’aumento delle tasse oppure il taglio dei servizi. Volterra non ha fatto eccezione.
Eppure ci sarebbe una terza via, quella che proponemmo in campagna elettorale: abbattere progressivamente la spesa corrente e fuori controllo del Comune (12 milioni di euro su un totale di 15), investendo in maniera massiccia in opere che restituiscano risparmi duraturi e stabili come la riqualificazione energetica degli edifici pubblici o la raccolta differenziata, interventi finanziabili con i fondi europei sulle Smart City (le c.d. Città Intelligenti) disponibili fino al 2019. Ci credette l'undici per cento della popolazione, mentre la restante parte fece spallucce. Evidentemente molti dispongono di abbondanti risorse per finanziare questi e i prossimi inevitabili aumenti delle tasse locali.
Noi continuiamo a credere che sarebbe il caso di abbandonare la strada percorsa da almeno 15 anni ad oggi, che umilia i servizi pubblici e aggrava la difficoltà delle famiglie meno abbienti per ricercare soluzioni finalmente razionali ed intelligenti. Certo, occorrerebbe fare a meno dei ripetuti slogan infantili che promettono la luna ai polli, per passare ad un approccio decisamente più serio nell’affrontare i problemi ormai cronici della nostra cittadina.


Progetto per Volterra