sabato 7 marzo 2015

La proposta di Riforma Sanitaria di Rossi



Domenica scorsa a Livorno vi è stata un’iniziativa di una rete di liste di sinistra “Buongiorno Toscana” in cui sono stati trattati vari temi e tra questi il futuro incerto della sanità in Toscana. Riportiamo alcuni brani significativi dell’intervento effettuato dal palco dal Prof. Gavino Maciocco, medico e presidente dell'Associazione SaluteInternazionale, sulla proposta di riforma sanitaria del presidente Rossi, che sarà portata in Consiglio Regionale tra poche settimane. Una proposta definita “radicale, che ferisce mortalmente il servizio pubblico sanitario toscano e spalanca le porte al privato e alle associazioni private”. Nel silenzio della stampa, tiene a precisare Maciocco,  la legge di stabilità di Renzi ha già tagliato per il 2015 ben 4 miliardi di euro alle Regioni. Di fronte ai tagli il governatore Rossi è stato fra i pochissimi che non ha protestato, ma ha risposto aumentando i tickets ospedalieri e proponendo una ulteriore fusione delle ASL.  In verità, spiega Maciocco, “il risparmio atteso quantificato complessivamente dai 250-350 milioni di euro nel 2015, sarà ottenuto attraverso drastici tagli al personale (1500 esuberi), il demansionamento dei professionisti e trasformando molti posti da infermieri in OSS, aprendo scenari preoccupanti per la qualità dei servizi e per i malati. Tutte queste notizie sono scivolate senza trovare alcun livello di opposizione da parte di un'opinione pubblica sempre più inerte, tanto più di fronte a discorsi spesso tecnici, non sempre semplici per chi non lavora nel settore”. Uno dei trucchi messo in atto di proposito in questi anni dalle politiche sanitarie non solo toscane è stato quello di istituire altissimi i tickets e favorire liste di attesa lunghissime per dirottare “spontaneamente” le persone verso il privato, che non ha liste di attesa e applica, paradossalmente, costi inferiori rispetto ai tickets. Questo sta allontanando fette crescenti di popolazione dal servizio sanitario nazionale e sta creando le condizioni affinché ad un certo momento si dirà che non ha più senso pagare le tasse per un servizio pubblico che non funziona e non risponde ai bisogni dei malati, per poi orientare il servizio sanitario verso un sistema che includa sempre più le assicurazioni private e i loro introiti. Maciocco ha criticato chi sostiene che le persone a medio ed alto reddito debbano pagare i servizi sanitari, perché in realtà è il cavallo di Troia per creare un doppio canale tra servizio sanitario pubblico e quello privato delle assicurazioni, favorendo in definitiva un più veloce traghettamento verso il sistema privatistico.
Maciocco ha parlato poi della sua idea di sanità, dopo molti anni di attività sul campo, fondata in primo luogo sul valore dell'austerità e sulla questione morale, come due facce di una stessa medaglia. Fa notare che oramai poco si parla di prevenzione che in ambito sanitario non può che essere la lotta alla povertà. “La povertà è la principale causa della malattia. Si muore molto di più di infarto, di malattie respiratorie e di diabete quando si è poveri, e la lotta alla povertà dovrebbe essere la cifra di qualsiasi partito di sinistra che si rispetti. Ma la prevenzione vuol dire anche la lotta alle grandi multinazionali del cibo, delle bevande gassate e dell'alcool, perché l’epidemia di malattie croniche come l’obesità, ha lì la sua radice”.  La sanità dovrebbe essere austera anche nel senso che dovrebbe avere al centro la persona con i suoi bisogni sanitari ma anche sociali, perché sono intrinsecamente connessi. Richiama l’austerità anche nel senso di appropriatezza, citando l’abuso di esami, di farmaci e di diagnosi inutili che dissipano risorse senza curare. Infine richiama ad una austerità come questione morale non nascondendo che  in sanità è ben presente il conflitto di interesse, la corruzione ed il comparaggio”.
Non possiamo che accogliere il suo invito a contribuire a diffondere questi temi e a sviluppare una proposta di riforma sanitaria che parta da questi assunti. Per chi fosse interessato la prossima iniziativa sul tema sarà: “Sbilancio Sanità- La controriforma toscana: tagli alle risorse vs diritto alla salute”, prevista a Firenze sabato 7 marzo, presso l’Auditorium del Consiglio Regionale Toscano.
                                                                                                                             Progetto per Volterra


Quando i conti non quadrano...



Si avvicina il momento dell'approvazione del bilancio di previsione comunale 2015 e proprio in questi giorni si leggono a più riprese dichiarazioni sulla stampa e nei social network da parte dell’Amministrazione Buselli che parlano di un prossimo “bilancio lacrime e sangue”. Un’espressione che con tutta probabilità preannuncia un significativo aumento della pressione fiscale e/o il taglio di servizi. Chi ha seguito gli interventi di Progetto per Volterra negli ultimi due anni non si stupirà, visto che abbiamo più volte messo in guardia i cittadini sulla situazione dei conti pubblici nel nostro Comune, quando gli altri dicevano che tutto andava a gonfie vele.
Ma torniamo alla recenti dichiarazioni diramate dai rappresentanti della Giunta in carica. Nell'individuare le cause della difficoltà a far quadrare i conti, la maggioranza fa riferimento da un lato ai tagli del governo e dall’altro agli eventi calamitosi del 2014 che avrebbero determinato il prosciugamento delle casse comunali. Un modo per sottolineare che l’Amministrazione Comunale è incolpevole, estranea rispetto ad una situazione grave provocata da altri o colpa del caso. Il solito scaricabarile insomma, ma ovviamente non è così. E’ vero che il governo centrale ha diminuito sistematicamente ogni anno i trasferimenti agli enti locali. Ma è anche vero che il Comune di Volterra ci ha messo decisamente del suo quando si tratta di dissipare risorse al vento. Uno degli esempi più eclatanti, qualche accorto lettore lo ricorderà, è l’errata previsione delle entrate della Mostra Rosso Vivo che a novembre 2014, a soli 7 mesi dall’apertura, registrava un meno 210.000,00 euro. Un’errata previsione non certo sorprendente, dato che fu annunciata dal funzionario del Comune che mise in guardia la Giunta per tempo redigendo un parere tecnico negativo sull’operazione, ben prima dell'apertura della mostra. Ma la campagna elettorale era oramai avviata e il Sindaco non poteva rinunciare ad un evento celebrativo così importante, che avrebbe avuto (ed ebbe) tanta eco sui giornali.Un’altra balla spaziale è quella che chiama in causa il crollo delle mura, che c’entra davvero poco con le attuali difficoltà finanziarie. E’ un dato oggettivo, infatti, che i soldi per il loro ripristino sono stati messi a disposizione dalla Regione, insieme ad una cessione del suo patto di stabilità che ci ha consentito di avere mano libera nel dare avvio ai lavori. E’ una precisa responsabilità del Comune di Volterra se ancora questi soldi non sono arrivati. Nessun ente paga un altro se quest’ultimo non effettua una rendicontazione su come ha speso le risorse; figuriamoci quando si procede senza gara in regime di somma urgenza; quello che spesso ha fornito l’alibi all’amministrazione pubblica italiana in tutte le sue articolazioni per dilapidare vere fortune di soldi pubblici. Nel nostro caso il Comune ha rendicontato con estrema difficoltà, con mesi e mesi di ritardo, in maniera incompleta e dopo molteplici solleciti della Regione. Non basta dunque liquidare la questione, come Buselli ha cercato di fare in più occasioni, dicendo che è stato un evento straordinario e dunque i ritardi sono “fisiologici”. L’evento è stato sì straordinario, ma lo sono state anche le somme garantite al nostro Comune dagli enti sovra-ordinati, le competenze che ci hanno messo a disposizione le Università e gli incarichi conferiti a professionisti esterni che hanno dato supporto agli uffici. Qualche volta nel rappresentare situazioni di difficoltà e nel chiedere ai cittadini nuovi sacrifici (tra i tanti che stanno affrontando oramai da anni) gli amministratori dovrebbero trovare quel minimo di correttezza per non riproporre il disco stantio dello scaricabarile, costante colonna sonora della cattiva politica del Paese.
                                                                                                                           Progetto per Volterra