mercoledì 29 agosto 2012

Memento depuratio

Memento depuratio, ovvero: occhio, cittadino, ricordati come è andata a finire col canone della depurazione! Già, come è andata a finire col canone della depurazione? Quella voce nella bolletta dell'acqua che la Corte Costituzionale con sentenza del 2008 decretò indebita tutte le volte che il servizio del depuratore di fatto non esista. Dopo la sentenza se ne parlò, ci furono diversi articoli di giornale, un po' dibattito, una valanga di richieste di rimborso... ma poi? Poi nel febbraio 2009 intervenne il Parlamento stabilendo termini e modalità.
Con un comunicato, Asa dichiarò che a decorrere dal 1° ottobre 2009 avrebbe provveduto alla restituzione della quota di tariffa non dovuta relativa al servizio di depurazione. Di fatto molti cittadini sono ancora in attesa. In punta di diritto, trattandosi di un indebito, il diritto alla restituzione di quanto pagato e non dovuto vale per un arco di tempo di 10 anni. Ma solo se l'utente ne fa richiesta. Chi tace rischia di restare becco e bastonato.
Quindi chi non mandò a suo tempo una raccomandata con avviso di ricevimento al gestore (da noi Asa spa) con la richiesta di restituzione dei soldi ingiustamente pagati, si sbrighi a farlo adesso. Molti già nel 2008-09, sulla scia della sentenza, inoltrarono la richiesta di restituzione del canone e perlomeno da allora dovrebbero aver ricevuto bollette più leggere. Perché il “canone di depurazione” da quel momento dovrebbe essere stato depennato dalle voci messe a loro carico. Ma i soldi versati indebitamente in passato gli sono stato restituiti? No, per adesso il gestore (Asa spa) resta inadempiente su questo fronte. Intanto gli anni passano - ne sono già trascorsi 4 dalla sentenza della Corte Costituzionale – e gli impegni non vengono onorati. Ma il peggio è che chi non ha provveduto alla richiesta di rimborso, rischia di continuare a pagare ancora adesso un canone non dovuto sulla bolletta. Nel nostro Comune hanno diritto al rimborso tutti coloro che abitano a Volterra sull'affaccio a sud, il versante che guarda il mare, perché su questo lato del colle il depuratore continua a mancare. Per la stessa ragione anche gli abitanti di Saline e delle frazioni hanno pieno diritto al rimborso.
Torniamo sulla questione ancora aperta del canone di depurazione, perché rappresenta l'esempio lampante di quanto poco i cittadini utenti siano tutelati di fronte agli interessi delle grandi aziende (tra l'altro incistate da ampi settori della politica). Anche l'attualissima campagna di “Obbedienza civile”, che Progetto Originario ha promosso e sta portando avanti a Volterra, forse non troverà un'azienda dell'acqua ossequiosa delle sentenze dei tribunali e meno che mai attenta ai diritti dei cittadini. Vi meravigliereste se tentasse un'altra volta di comportarsi come in passato? Ovvero di fare di tutto per aggirare l'esito del voto referendario e il successivo decreto del Presidente della Repubblica n. 116/2011, che imporrebbero l'immediata riduzione almeno del 7% delle tariffe e l'abbandono delle logiche di mercato? Non è un caso se fino ad oggi nessun ente gestore dei servizi idrici ha provveduto all'adempimento della riduzione delle tariffe. Evidentemente godono di ampie coperture politiche. Questa è l'Italia attuale, dove è normale che le aziende dell'acqua tentino di svicolare con espedienti maramaldeschi a quanto un referendum impone. Per esempio sostituendo la voce “remunerazione del capitale investito”, oggi indebita, con un'altra espressione più neutra, ma lasciando il costo complessivo invariato. E' qui che traspare la vera essenza delle forze politiche. Da questi esempi si vedono con chiarezza quali settori della politica stiano dalla parte dei cittadini, e quali stiano invece da tutt'altra parte.
  Progetto Originario

Solidarietà ai magistrati antimafia

E' un dato storico che in questo Paese debba scatenarsi una poderosa ondata di veleni ogniqualvolta un magistrato, attraverso le proprie indagini, sfiori quell'area oscura in cui la mafia incontra e s'intreccia con settori importanti delle istituzioni. E' quanto sta accadendo adesso ai magistrati di Palermo e Caltanissetta che, proseguendo coraggiosamente il lavoro di Falcone e Borsellino, debbono essere giunti a poche spanne da verità inconfessabili. Inconfessabili e “inaccettabili”, se è vero come accertato dalle procure, che parti importanti dello Stato si spinsero a trattare una tregua con la mafia nella stagione stragista del 1992. Un'infame trattativa che, a meno di due mesi dalla strage di Capaci, potrebbe essere costata la vita al giudice Borsellino e agli uomini della sua scorta. Semplicemente perché Borsellino era conosciuto per essere un uomo così irriducibilmente onesto da inceppare gli ingranaggi di un sistema visceralmente malato. Accade sempre così: più ci si avvicina a sfiorare i rapporti mafia-politica, più le risposte vibrano violente, corali, velenose... Qualcuno ricorda gli attacchi vergognosi a cui fu sottoposto Falcone in vita, accusato da politici, giornalisti e perfino da qualche collega di essere un mero esibizionista, una primadonna, un carrierista da strapazzo? La storia non fa che ripetersi, e oggi sono i giudici antimafia Scarpinato e Ingroia ad essere cucinati al fuoco lento della calunnia e dell'ipocrisia. E' in questi momenti che la parte sana di questo Paese non può farsi trovare distratta, impreparata o incerta.
Noi siamo solidali con i magistrati antimafia. Rifiutiamo quella squallida idea della “Ragion di Stato” sempre pronta a mettere sotto accusa ogni giudice onesto e coraggioso che indaghi sul versante melmoso dei rapporti tra Cosa Nostra e la politica. Infine, invitiamo i cittadini a sottoscrivere la petizione promossa da Il Fatto Quotidiano (www.ilfattoquotidiano.it) in appoggio ai magistrati di Palermo e Caltanissetta.

Progetto Originario