sabato 30 aprile 2011

Commissioni comunali addomesticate

Con la nascita del gruppo consiliare di Progetto Originario, nel Comune di Volterra si sono venuti a creare nuovi equilibri che hanno inevitabili ripercussioni anche sulle commissioni consiliari. Le commissioni istituite a Volterra sono tre - una per il bilancio, una per il territorio e l’ultima per i regolamenti comunali – tutte con funzioni essenzialmente di controllo ed eventualmente di concertazione. Da Gennaio, per ciascuna di esse è stato necessario rivedere la composizione, affinché vi fosse inclusa la presenza di un rappresentante di Progetto Originario, come previsto dalla normativa. Così facendo è emersa anche un’altra necessità. Infatti, i componenti di ciò che resta della lista civica UpV non hanno più la maggioranza nelle commissioni, per le quali dunque occorre rieleggere i rispettivi presidenti. Va sottolineato che i presidenti possono tranquillamente essere espressi dai gruppi di minoranza, anzi, svolgendo le commissioni principalmente funzioni di controllo (e non deliberative), generalmente è considerata buona norma affidarne la guida proprio a consiglieri delle opposizioni.
Bisogna poi sapere che durante questa amministrazione, la commissione che ha presentato più problemi è stata la commissione sul bilancio comunale, più di una volta convocata di rincorsa, all’ultimo momento e in qualche caso neppure riunita (come sarebbe invece prescritto dalla normativa) prima di affrontare l’argomento in Consiglio Comunale. Per cercare di ovviare in futuro a questi spiacevoli inconvenienti, sembrava opportuno rinnovare in particolar modo proprio la presidenza della commissione bilancio, già assegnata ad Antonio Fardellini, per ricercare una persona di maggiore esperienza e disponibilità. La possibilità c’era, perché siede in quella commissione una persona esperta ed equilibrata come Pier Luigi Dei.
L’ex vicesindaco Dei è l’unico in Consiglio a poter vantare una lunga esperienza amministrativa,  grazie alla quale avrebbe potuto sicuramente garantire per l’avvenire un più puntuale e proficuo svolgimento dei lavori della commissione. Quando, però, è arrivato il momento del voto per la presidenza, la consigliera della destra, Antonella Bassini, ha fornito pieno appoggio a Fardellini assieme ai consiglieri della lista civica UpV, Maurizio Righi e Nicola Caruso. Cosicché la vecchia presidenza è stata confermata. L’episodio ha pienamente confermato l’adesione sotto vuoto spinto della consigliera Bassini alla lista civica UpV e viceversa.  Un’adesione estesasi ormai anche ai momenti decisionali più minuti, che sembra aver rinunciato a qualsiasi forma di autonomia di giudizio e di ambizione di buon governo della città, se si sente costretta a far muro perfino sulla presidenza delle commissioni consiliari. Un muro il cui unico scopo plausibile sembra quello di cercare di mantenere commissioni il più possibile addomesticate, viste le scarse prestazioni riportate finora dalla commissione bilancio. 
Progetto Originario

IL FUTURO DEL PUNTO NASCITA

Che succederà al punto nascita di Volterra? Sappiamo che il prossimo 1 Luglio scadrà il termine burocratico per la fase di sperimentazione del progetto del dott. Srebot, quello che ha permesso in questi ultimi tre anni di continuare a partorire a Volterra, utilizzando un nuovo modello di assistenza fornito di indiscutibili pregi legati ai principi del parto naturale e quindi ragionevolmente demedicalizzato, ma anche con qualche difetto, essenzialmente riconducibile ad un protocollo rigidamente selettivo e quindi di ridotta accessibilità. Voci insistenti, ancorché non ufficiali, sottolineano che la sua scadenza burocratica rischia di segnare anche la morte del progetto e con esso la possibilità di partorire a Volterra. Che riscontri possono avere queste voci? Non lo sappiamo, ma a questo punto ci aspetteremmo un doveroso chiarimento ufficiale. Purtroppo, per le esperienze dirette vissute dalla nostra città, temiamo che l’ipotesi più pessimistica possa risultare non del tutto infondata. Quello che stupisce è che l’Amministrazione Comunale non si sia ancora mossa per evitare che il progetto si sgretolasse sotto i colpi dei tagli regionali. Il sindaco, in un suo recente intervento, ha parlato della qualità del progetto del Punto Nascita di Volterra, ma non ha mai accennato a possibili criticità nel suo futuro sviluppo. Significa che il progetto avrà certamente un futuro? Saremmo portati a crederlo, perché di certo egli, come maggiore autorità sanitaria locale, non può ignorare le sorti del progetto. E non può non essersi reso conto della delicata fase che potrebbe aprirsi con la prossima scadenza della sperimentazione portata avanti dal dott. Srebot. Se invece questo silenzio significasse disimpegno o peggio una tacita resa, avremmo fatto un salto indietro di tre anni, al momento più buio vissuto dal nostro ospedale. Sono già superati i tempi in cui il primo cittadino era un appassionato sostenitore del mantenimento dei servizi per la salute nel nostro Comune? Non vogliamo crederlo. Tanto più che quei tempi furono inaugurati giusto con la difesa del punto nascita. Una difesa partita dal basso, da semplici cittadini raccoltisi intorno ad un comitato. Un gruppo di cittadini qualsiasi, senza sponsor politici e senza mezzi economici, ma dotati della precisa volontà di non farsi scippare altri diritti. In questo momento, il sindaco siede con diritto al tavolo delle trattative assieme alle autorità sanitarie regionali, in qualità di primo cittadino di Volterra e di presidente della Società della Salute per l’Alta Val di Cecina. Dispone, quindi, di tutti gli strumenti utili a portare avanti la difesa dei nostri servizi sanitari, così come si era solennemente impegnato a fare in campagna elettorale. Dunque, siamo fiduciosi, ma adesso è giunto il momento che informi il Consiglio Comunale e la cittadinanza di come stanno procedendo i lavori al tavolo delle trattative con la Regione e con la Usl 5.  


Progetto Originario

martedì 26 aprile 2011

Vandalismi

Nella notte del 23 Aprile, a due giorni dalla ricorrenza della Liberazione, qualche furbacchione ha deciso di rubare la bandiera italiana che avevamo esposto all’esterno della nostra sede, la sede di Progetto Originario. Da tempo avevamo affisso la bandiera colorata della pace sulla porta a vetri della sede e quella italiana all’esterno, nell’apposito portabandiera assicurato sulla facciata del palazzo. Siccome il tricolore si trovava piuttosto in alto, per arrivarci e rubarlo hanno dovuto spezzare l’asta. Le altre bandiere che si trovano in via Ricciarelli, esposte all’esterno di negozi e abitazioni non sono state toccate: segno che il gesto aveva per obiettivo giusto la nostra sede. Si tratta di piccoli atti di vandalismo che non vogliamo certo ingigantire, ma che fotografano una situazione oggettiva che non deve passare sotto silenzio. E’ comparso, ormai, anche a Volterra una sottospecie di attivismo politico rozzo e incolto, votato al populismo nel linguaggio e all’aggressività nell’agire che, incapace di utilizzare argomenti e ragionamenti compiuti, impiega, in loro sostituzione, ingiurie, calunnie, dispetti e atti vandalici. Ne sono esempi verbali le lettere anonime in forma intimidatoria o offensiva. Ma ancora peggio le invettive contro gli avversari o le autoesaltazioni, mandate ai giornali con firme che suonano realistiche ma che in realtà risultano inventate di sana pianta. Messinscena pensate appositamente per far credere ai lettori che a scrivere siano persone comuni, anziché noti esponenti della politica cittadina o i loro galoppini. Per quanto riguarda i gesti, per adesso, oltre alle solite operazioni di rimozione o danneggiamento dei nostri volantini, registriamo alcuni “soavi” sputi lanciati sulla porta a vetri della sede e buon ultimo il furto della bandiera. Manifestazioni di persone evidentemente affette da una prepotente rabbia repressa che, inadatte ad elaborare razionalmente il loro malessere, sono costrette ad esprimersi negli unici modi di cui sono capaci.   

Progetto Originario


La Nazione 26.04.2011


Il Tirreno 26.04.2011


sabato 23 aprile 2011

Urbanistica al palo.

È passato quasi un anno da quando il Sindaco ha preso in mano l’urbanistica volterrana impegnandosi a dare corso al proprio programma elettorale.
Il primo punto di impegno era il superamento dei Piani Complessi di Intervento, ovvero quel complicato meccanismo che toglie di fatto la possibilità di costruire alle piccole aziende volterrane a vantaggio di una colonizzazione di grandi imprese in odore di sponsorizzazione politica.
Si chiedeva, inoltre, con urgenza la realizzazione di un regolamento per le energie rinnovabili con particolare riferimento al fotovoltaico su cui, anche grazie agli incentivi statali, molti imprenditori locali avevano puntato, con progetti pronti che aspettavano per partire solo le nuove norme comunali.
Il programma di governo prevedeva anche altri punti importanti come la scelta delle aree da destinare ad edilizia residenziale pubblica: l’unica cosa certa, era che per esse non c’era luogo meno adatto dell’affaccio sud ed in particolar modo della zona delle Colombaie.
Un altro punto evidenziato nel programma elettorale era Poggio alle Croci, su cui sono stati addirittura convocati i cittadini in un Consiglio Comunale Aperto che si espressero a maggioranza manifestando la volontà di mantenere libera l’accessibilità ad un area così cara alla memoria dei volterrani.
Infine il piano dei parcheggi pubblici, di cui si aspettava da un  momento all’altro la predisposizione in modo tale da poter capire quale sarebbe stato il futuro assetto di Volterra riguardo al traffico ed alla gestione delle strutture destinate alla sosta delle auto.
Nel momento in cui il Sindaco si accollò l’assessorato all’urbanistica, esisteva un contratto con lo studio legale Toscano per la consulenza necessaria alla predisposizione di un bando pubblico, obbligatorio per i Piani Complessi d’Intervento, ma utile anche a far emergere le volontà diffuse presenti nella città, nell’ottica di improntare la nuova disciplina urbanistica su indirizzi nati alla luce del sole. L’assessore Fambrini aveva inserito le risorse nel bilancio previsionale e dato mandato al dirigente Bianchi di predisporre il bando per la scelta del futuro progettista di piano. Lo stesso Assessore aveva anche dato sostanza alle voci allarmate degli operatori edilizi volterrani, predisponendo con gli uffici comunali una piccola variante di piano.
Che cosa è cambiato da allora?
Il budget destinato alla consulenza legale è stato esaurito per la richiesta del Sindaco di un parere nato e voluto per giustificare un eventuale cambio di rotta sui Piani Complessi di Intervento.
La variante proposta dall’arch. Fambrini è andata in Consiglio Comunale ben otto mesi dopo la sua predisposizione.
Il regolamento sul fotovoltaico ha subito i noti infortuni eolici, facendo allontanare seriamente ogni possibilità di accedere ai finanziamenti pubblici. L’affaccio a Sud e le Colombaie, in particolar modo un noto lotto che da anni si cerca di rendere edificabile, sembra diventato all’improvviso adatto all’edilizia pubblica.
Il progetto su Poggio alle Croci approvato in Giunta prevede come “accessibilità” all’area solamente un percorso prestabilito da seguire scortati da accompagnatori, previa prenotazione e registrazione obbligatoria ai cancelli.
Il piano dei parcheggi è una chimera di cui non si conosce neppure il responsabile incaricato, e tutto lascia intendere che esista solo nelle strategiche indiscrezioni che periodicamente vengono lasciate trapelare a La Nazione.
Il futuro progettista di piano, ripetutamente citato dal Sindaco, stando alle informazioni diffuse dal sito del Comune, non ha ancora ricevuto il necessario incarico professionale per poter iniziare a lavorare.

Progetto Originario

Sul merito delle cose

Nelle ultime tre settimane vari articoli a firma del gruppo Progetto Originario e dei suoi consiglieri eletti hanno provato ad entrare nel merito di importanti questioni. Trovando nessuno della maggioranza disposto a replicare in termini di ragionamenti compiuti. Gli ultimi articoli di Sonia Guarneri, Luigi Cocucci e Fabio Bernardini hanno insistito sulle scelte politiche poste alla base del bilancio previsionale del Comune per il 2011, argomentando le proprie critiche, riportando le cifre e proponendo un ordine diverso di priorità. E’ stato risposto prendendo a prestito i soliti slogan già in voga nel teatrino della politica nazionale. Gli argomenti usati si possono riassumere in un rigo e quattro esclamazioni: ci odiano! vogliono andare col PD! sono condizionati da interessi personali! sono invidiosi!
Insulti al posto di ragionamenti. Generalmente messi in bocca a commentatori del calibro di Santo Cielo, Q.S., Sesto Giulio Augusto (soltanto per citare quelli usciti sull’ultimo numero de La Spalletta). E’ vero che anche la politica nazionale esibita ogni giorno in Tv non mostra molto di meglio, ma è triste constatare che perfino in questo piccolo centro, una volta culla di una fiorente civiltà, siano attecchiti e prosperino costumi tanto grossolani. Nessuno che senta il dovere di difendere le proprie scelte sviluppando un minimo di ragionamento sensato, nonostante il tema riguardi i soldi pubblici e la loro destinazione.  
Ad esempio, tutti i nostri interventi hanno sottolineato l’enorme forbice che distanzia le somme di denaro necessarie per portare avanti i lavori messi in agenda dall’assessorato alle opere pubbliche e le reali possibilità di spesa dell’ente, che stanno in rapporto di circa 6 a 1. In altre parole il Comune, per effetto del patto di stabilità (ormai in vigore da diversi anni, quindi non più considerabile una regola contabile nuova o sconosciuta), può disporre soltanto di un sesto delle somme necessarie a pagare i lavori che ha messo in agenda. Il rischio, quindi, è quello di avviare cantieri che poi non potranno essere ultimati, o comunque di incaricare ditte che poi non potranno essere retribuite. Con le nefaste conseguenze che certamente ricadrebbero su coloro che in quelle ditte lavorano.  Abbiamo anche sollevato il problema del criterio di priorità assegnato alle opere da realizzarsi. Noi avremmo di gran lunga privilegiato investimenti per opere che rendono servizi ai cittadini – l’asilo nido, l’isola ecologica, i cimiteri, l’acquedotto -  anziché interventi puramente ornamentali, come la pensilina al terminale dei bus in piazza Martiri o il lastricato di Vicolo Mazzoni o il selciato della piazzetta di Villamagna (appena riasfaltata). Ricorrendo al tradizionale buon senso che impone a un qualsiasi capofamiglia di non dissipare i pochi denari risparmiati per sostituire le piastrelle del bagno di casa con altre di gran lusso, se prima non ha provveduto a riparare il tetto sfondato o la caldaia guasta. Un’amministrazione seria e responsabile dovrebbe essere in grado di replicare a quesiti così chiari, senza ricorrere alla tentazione di buttarla semplicisticamente in rissa. Alzando un polverone di polemiche utile soltanto per non entrare nel merito delle cose.    

Progetto Originario

lunedì 18 aprile 2011

E se sui partiti Grillo avesse ragione?

da Il Fatto Quotidiano



Ci sono club che campano grazie ai soci assenti, quelli che non partecipano alle attività, pur versando regolarmente la quota. Lo stesso avviene con la partitocrazia: sopravvive, nonostante tutto, grazie a chi delega, pur pagando le tasse. Se la delega è dunque la norma della vita associativa così come di quella democratica, dove il partito di maggioranza relativa rischia di risultare quello degli astenuti, minoranza per minoranza, tanto vale valutare e dar spazio ad altri tipi di attivisti oltre quelli che militano nei partiti, realtà sempre più astratte, quasi esclusivamente televisive, con scarso radicamento nel territorio.

Ricordo un test aziendale in cui si veniva invitati ad unire i nove punti di un quadrato, uno al centro e tre per ogni lato, attraverso quattro soli segmenti tracciati in continuo. Impossibile trovare una soluzione all’interno del quadrato: bisognava partire da fuori, ma non è così naturale farlo. Penso che chi abbia un minimo di esperienza e di età, comprenda e ammetta che, all’interno del quadrato dei partiti, non ci sia un modo efficace per uscire dal pantano in cui siamo sprofondati. Le commistioni tra politica e affari, la difesa delle rendite di posizione, l’azione delle lobby economiche (grandi imprese) e sociali (sindacati), la massoneria affaristica, la criminalità organizzata, la mancanza di informazione indipendente, i retaggi ideologici di certa opposizione, ecc., fanno sì che una decorosa via d’uscita sia oggi davvero una missione impossibile. Non ci sono più alchimie di alleanze partitiche sperimentabili: invertendo l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia!

Per la teoria dei giochi, una furbata come percorrere una corsia di emergenza in una strada trafficata porta un vantaggio solo se si è da soli a farlo: se tutti facciamo i furbi, siamo fermi daccapo. Abbiamo un istinto molto italiano per scovare scorciatoie, ma, a lungo andare, la scorciatoia altrui blocca la propria. Alcuni hanno fatto persino dell’antimafia o della legalità una scorciatoia o una corsia privilegiata per il potere! Come se ne esce? In questa situazione, una posizione di effettiva forza ce l’ha, paradossalmente, chi non ha nulla da perdere o da difendere. Mi riferisco alle nuove generazioni il cui futuro è nero e la cui rappresentanza politica è pressoché inesistente. Non che consideri queste generazioni esenti dal “peccato originale”, dall’inclinazione al male, ma, almeno, una loro azione politica necessiterebbe di un po’ di tempo prima di corrompersi e, magari, con qualche opportuno accorgimento, questo processo potrebbe essere utilmente ritardato mentre si affronterebbe, con visione nuova e capace di radicali riforme, la situazione attuale. Alle reti di “scorciatoie” si potrebbero così contrapporre strade maestre all’insegna della trasparenza e della meritocrazia, coniugata alla solidarietà.

Invece di scandalizzarmi dei toni, come fanno molti superficialmente, trovo l’intuizione politica di Beppe Grillo di favorire un ricambio generazionale della classe dirigente, una visione strategica degna di Sun Tzu. Sulle materie che veramente contano, quelle che compendiano la qualità della nostra vita quotidiana (energia, mobilità urbana, ciclo dei rifiuti, alimentazione, ricerca, connettività, istruzione, ecc.) i ragazzi del Movimento 5 Stelle dimostrano di avere idee chiare, documentate e prive di pregiudiziali ideologiche, più dei nostri parlamentari che sembrano ripetere, almeno in Tv, copioni da piazzisti. La regola aurea del Movimento, “uno vale uno” (le teste si contano, non si pesano), con cui si selezionano i candidati portavoce, terminali della rete di attivisti nelle istituzioni, rende meno facile la tentazione della carriera politica, riportandola ad una temporanea esperienza di servizio. Proprio perché non è di giovanilismo che si tratta, gli appartenenti alle generazioni più anziane possono, anzi è auspicabile, apportare il proprio contributo di esperienza, ma restando un passo indietro, all’interno della base, come lo stesso Grillo che non ha certo velleità di candidarsi in prima persona.

Movimenti aggregati attorno a visioni condivise di società o a legittimi interessi, potrebbero essere i naturali comitati elettorali di candidati espressi al loro interno, così come detto sopra. La proibizione delle forme più costose di pubblicità elettorale e del marketing politico che, con i suoi alti costi, rappresenta un elemento di inquinamento e corruzione della vita democratica, potrebbe contribuire a moralizzare la politica, riportandola all’originario confronto tra le persone nelle piazze di una volta oppure in quelle virtuali, attraverso la rete internet.

Nessun tacchino ha interesse ad anticipare il Natale: il necessario rinnovamento della vita politica italiana deve perciò prescindere dai partiti e dai suoi leader per condizionare dal basso la loro azione e bilanciarne il potere, con la consapevolezza che certe battaglie civili vanno combattute solamente perché giuste e non perché sia sicura la vittoria o una carriera. Un approccio tipicamente giovanile.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/04/15/e-se-sui-partiti-grillo-avesse-ragione/104659/

sabato 16 aprile 2011

La mia idea di bilancio

Nel difficile contesto attuale avrei impostato il bilancio 2011 incardinandolo su 3 priorità: a)salvaguardia delle fasce deboli della popolazione; b)investimenti sui servizi essenziali per i cittadini; c)contenimento delle spese.
Sul primo punto, se è vero che il capitolo “sociale” ha visto un lieve aumento delle risorse ad esso destinate, è altrettanto vero che questo è stato ampiamente vanificato da un consistente aumento di tasse e tariffe per tutti i cittadini. Senza alcuna misura calmierante per i redditi più bassi. Una condizione che da assessore al sociale avrei preteso,  viste le difficoltà in cui versano molti nuclei familiari.
Riguardo al secondo punto e dunque agli investimenti, prendo atto che l’Amministrazione predilige dissipare le poche risorse disponibili in mille progetti e progettini,  favorendo  quelli di tipo estetico anziché gli interventi mirati a garantire i servizi essenziali. Basti ricordare, a titolo di esempio, che è stato scelto di spendere € 150.000,00 per il rifacimento della pensilina e dei lampioni in P.zza Martiri, mentre è stato completamente trascurato il problema del cimitero comunale, arrivato oramai all’estremo limite della sua capienza. Per di più sono state rimandate al 2012 opere urgentissime come l’asilo nido, le scuole materne,  le case sociali e l’isola ecologica. Molti di questi interventi prevedano il cofinanziamento regionale,  quindi mi sarei attesa che ottenessero la priorità assoluta. Evidentemente l’Amministrazione ritiene più importante ed urgente realizzare un’entrata trionfale alla città, o la piscina scoperta, anziché  garantire i servizi essenziali per i cittadini che a mio avviso dovrebbero essere salvaguardati sopra ogni altra cosa.
Infine veniamo all’ultimo punto: gli sprechi. Il bilancio approvato indirizza risorse anche  laddove non servono. Considero uno spreco  impiegare 100.000,00 euro in consulenze per progettare una pista di pattinaggio o una piscina scoperta che certo non possono definirsi  opere essenziali, peraltro  assolutamente alla portata del nostro ufficio tecnico comunale. Si tratta di un importo eccessivamente elevato:  uno schiaffo al regime di austerità imposto a tutti gli altri settori. E’ ugualmente curioso che si scelga di non investire in opere che porteranno ad un risparmio delle spese correnti , cito l’esempio dei pannelli solari che ridurrebbero di ben 35.000,00 euro all’anno gli elevati costi di gestione della piscina comunale .
Le scelte poste a fondamento del bilancio approvato dalla maggioranza e dal Popolo per Volterra invece sono di altra natura.
Per coprire i tagli che lo Stato ha imposto ai Comuni e che per Volterra ammontano per il 2011 ad  386.000,00 euro, si è scelto di aumentare tasse e tariffe in modo uguale per tutti, senza distinzione di reddito o condizione sociale.
Le poche risorse che il Comune può destinare ad investimenti sono state letteralmente dissipate in progetti di facciata lasciando irrisolti, ancora una volta, problemi annosi.
Infine rimane inspiegabile la scelta di non programmare un contenimento strutturale della spesa, visto che per l’anno a venire vi saranno ancora tagli pesanti dallo Stato che non potranno essere compensati da ulteriori tasse o da improbabili aumenti di oneri di urbanizzazione.
Queste, in breve, le ragioni del mio voto in Consiglio Comunale e al tempo stesso le mie proposte.
Sonia Guarneri, Progetto Originario

Fedele ma disinformato

Nelle passate settimane molti interventi sulla Spalletta hanno paventato o prefigurato il rischio di commissariamento del Comune nel caso non fosse stato approvato il bilancio previsionale e programmatico nel Consiglio di marzo. Per ultimo, anche il vicesindaco Fedeli in un suo intervento sulla stampa ha insistito su questo rischio, giustificando in tal modo il reclutamento da destra di Antonella Bassini.
La realtà è che non sussisteva nessun ipotesi di commissariamento, il governo ha prorogato al 30 giugno il termine ultimo per l'approvazione del bilancio previsionale dei comuni, quindi fino a quella data l'Amministrazione avrebbe avuto tutto il tempo per modificare, aggiustare e migliorare la sua proposta di bilancio.
Se può essere comprensibile che osservatori esterni, tipo Piero Fiumi, non siano correttamente informati sulle indicazioni del Governo, risulta particolarmente strano se non inammissibile che il vicesindaco in persona non sapesse quali fossero realmente le conseguenze del suo voto. Eppure, a differenza delle opposizioni, dall'interno dell'Amministrazione ha avuto tutti gli uffici del Comune ed un Segretario comunale a disposizione per presentarsi al Consiglio adeguatamente informato.
Non pago, dopo il voto ha diffuso questa falsa informazione a mezzo stampa a tutta la cittadinanza. Speriamo che non sia stata tutta una manfrina per giustificare un'alleanza difficilmente spiegabile agli elettori.
Adesso ci aspettiamo che il vicesindaco rettifichi quanto erroneamente affermato, non tanto per l'immagine di se stesso ma per salvaguardare la credibilità del ruolo istituzionale che riveste.

                                                                                 
Progetto Originario – Lista Civica

Demolire senza costruire

Il bilancio previsionale approvato recentemente in Consiglio Comunale ha, tra le altre cose, sancito il taglio di 20.000 euro al festival cittadino VolterraTeatro. Si partiva da un contributo annuo di 70.000 euro, quindi il sostegno comunale è stato ridotto in una sola volta del 30% circa. Da tempo il festival di VolterraTeatro è oggetto di accese polemiche in città, tanto che ormai è difficile poterne ragionare con un minimo di serenità. Questo rende tutto molto più complicato perché in questi casi il raziocinio è sostituito dagli istinti e la riflessione dal tifo, cosicché il maggiore o minore sostegno a VolterraTeatro può essere banalmente dettato da un mero calcolo in termini di propaganda elettorale, piuttosto che da valutazioni di tipo culturale o anche soltanto promozionali. Siamo arrivati al punto che alla domanda su cosa sia VolterraTeatro sempre in meno sanno cosa rispondere e quando lo fanno è sempre confondendo la Compagnia la Fortezza, il Teatro Stabile in Carcere, Punzo e Carte Blanche e dimenticando che alla base di tutto c’è la Città di Volterra e il proprio Comune.
A nostro avviso un'amministrazione che sappia svolgere il proprio lavoro non può non tener conto dei rapporti che da tempo intercorrono tra questa manifestazione e le diverse istituzioni presenti sul territorio, né dovrebbe agire senza prima calcolare tutte le conseguenze delle sue azioni. Attualmente la Regione Toscana sostiene istituzionalmente e finanziariamente soltanto quattro o cinque festival teatrali di carattere regionale. Tra i quali VolterraTeatro. Ricordiamocelo, in un territorio che racchiude ben dieci capoluoghi di provincia. Si noti che la Regione sostiene il nostro festival cittadino perché è un evento culturale di fama internazionale (recensito positivamente anche da testate europee e extraeuropee), ma anche in ragione del livello di coinvolgimento delle nostre istituzioni locali. Perché le richieste di finanziamento che ogni anno arrivano in Regione sono senza dubbio molte e, dovendo forzatamente fare selezione, vengono privilegiate quelle che godono del sostegno convinto del Comune di appartenenza. Quindi, allorquando il Comune di Volterra decide di ridurre significativamente il proprio sostegno al festival VolterraTeatro, deve avere la consapevolezza che questa scelta per prima cosa mette a rischio l'appoggio che anche le altre istituzioni, tra cui Regione e Provincia, offrono da anni a questa manifestazione. In parole povere, la decisione dell'amministrazione comunale comporta il serio pericolo che i finanziamenti che Regione e Provincia indirizzano da anni a VolterraTeatro prendano la via di altre città. Questo per Volterra significherebbe meno cultura, meno prestigio, meno promozione. A noi sembra, dunque,  un'iniziativa grossolana procedere per primi a tagliare VolterraTeatro, che comunque la si pensi è una manifestazione culturale riconosciuta e apprezzata internazionalmente, senza possedere neppure uno straccio di alternativa. Forse avremmo compreso questa scelta se l'amministrazione avesse deciso di puntare su un altro evento con pari potenzialità, ma nel caso attuale si procede a demolire quello che c'è, senza avere in serbo nessun'altra ipotesi di lavoro. Noi pensiamo che avesse ragione l'ex assessore Furlanis, quando sosteneva che VolterraTeatro avesse bisogno ormai di un percorso di rigenerazione per ritrovare un solido rapporto con la città e con le altre realtà artistiche locali, passando anche da una diversa (più variegata) formula per la direzione artistica del festival. Ma che occorresse in ogni caso pensare VolterraTeatro come una grande risorsa cittadina da cui semmai partire per accrescerne le prospettive, non semplicisticamente come un problema da eliminare.


Progetto Originario – Lista Civica

giovedì 14 aprile 2011

Il bilancio comunale 2011. Quello vero

Mercoledì 20 Aprile, alle 21,15 nella sede di Via Ricciarelli 35, il gruppo consiliare di Progetto Originario illustrerà il bilancio di previsione 2011 appena approvato e le sue ricadute sulla città. Di seguito è prevista una discussione aperta sul tema. Quest’anno l’amministrazione comunale ha evitato la tappa dell’illustrazione del bilancio alla città prima della sua approvazione, già consuetudine delle precedenti amministrazioni e prassi consolidata di ogni Comune. Non c’è da stupirsi se l’incontro postumo organizzato dalla maggioranza non sia stato partecipato. La partecipazione, elemento fondante del programma elettorale, è ormai un processo dimenticato da questa amministrazione e non può essere sostituito da informazioni a posteriori. Come gruppo consiliare di minoranza non possiamo purtroppo rimediare a questa grave mancanza, vogliamo però offrire almeno una corretta informazione ai cittadini sullo strumento economico che regolerà la vita del Comune nonché la possibilità di un dibattito aperto. Dietro ai numeri ci sono infatti precise scelte politiche dell’amministrazione comunale, che inevitabilmente si ripercuoteranno sugli aspetti più concreti della vita della Città. Scelte inopportune, inconsistenti, che non abbiamo condiviso e che ci hanno infatti portato ad esprimere un voto contrario. Perché i cittadini siano consapevoli delle difficoltà ma anche delle potenzialità del proprio Comune è necessario che siano correttamente informati. Tutti sono invitati.

Progetto Originario – Lista Civica

martedì 12 aprile 2011

Strade scivolose

Nell’ultimo Consiglio Comunale è stato discusso, oltre al bilancio previsionale 2011, il piano delle alienazioni. Nell’elenco degli immobili che il Comune di Volterra intende alienare risulta anche un piccolo appezzamento di terreno su cui correva un’antica strada, posto nel tratto compreso tra il seminario di Sant’Andrea e viale dei Filosofi. Già il precedente piano delle alienazioni conteneva questa particella, ma nel frattempo è emerso il caso Ortoparking, che per l'appunto riguarda proprio l’appezzamento posto al confine di questo tracciato storico. Come alcuni lettori ricorderanno, col nome di Ortoparking è stato ribattezzato quel fondo adiacente viale dei Filosofi recentemente collegato da un largo ingresso ed una rampa provvista di sbarra che, a dispetto di tutte le attribuzioni ufficiali, appare molto più somigliante ad un parcheggio che ad un uliveto. Il caso, che tempo fa fu oggetto di una verifica da parte degli uffici nel corso dei lavori di sistemazione, a detta dei giornali, sarebbe anche stato segnalato alla Procura da Emanuele Orsi per varie presunte irregolarità. Inoltre, l’assessore Moschi ha parlato spesso della sua intenzione di realizzare un grande parcheggio più o meno in quella nella zona, senza mai però specificare esattamente dove. Soltanto il tanto atteso Piano parcheggi e la variante al Regolamento Urbanistico (strumenti che dovrebbero essere ormai in corso di ultimazione) ci chiariranno, finalmente, se proprio lì potrebbe sorgere una simile struttura. Alla luce dei tali circostanze, il gruppo consiliare di Progetto Originario ha ritenuto di chiedere che il terreno in questione di proprietà comunale fosse sottratto dal Piano delle alienazioni, fino a quando tali strumenti non saranno redatti. Chiedevamo di rimandare la questione della vendita a dopo la ratifica di questi strumenti, ovvero al momento in cui sarà più chiaro quale sia realmente l’interesse pubblico sull’area. Affinché il patrimonio pubblico non sia preventivamente privato di un’area che di qui a poco tempo potrebbe rivelarsi strategica (magari anche economicamente più preziosa). Insomma, sarebbe paradossale se proprio il Comune, che è il principale soggetto deputato all’elaborazione della pianificazione territoriale, risultasse alla fine il soggetto meno previdente e avveduto proprio in merito alle future destinazioni urbanistiche. Che figura farebbe l’amministrazione? E che figura farebbe lo stesso Sindaco, che è anche titolare della delega a Urbanistica e Edilizia Privata? Ci sembrava una richiesta davvero modesta e facilmente accordabile, visto anche l’esiguo ricavato che il Comune prevede di trarne (9.900 euro). Una richiesta ragionevole dunque e perfettamente in linea con la necessità di rendere più trasparenti i comportamenti della Pubblica Amministrazione. La maggioranza però l’ha respinta senza saper fornire spiegazioni, com’è ormai sua abitudine. A maggior ragione domani, se quei terreni mutassero destinazione, qualcuno potrebbe pensare ad accordi sottobanco intercorsi con taluni privati al fine di favorirli. Ma a quel punto, alla luce degli attuali sviluppi del dibattito, chiameremmo direttamente il Sindaco a risponderne.      

Progetto Originario – Lista Civica

Il Tirreno 9/04/2011



Il Tirreno, 12/04/2011


lunedì 11 aprile 2011

Lettera a un presidente

Lettera aperta al Presidente della Repubblica

11 Aprile 2011

Signor Presidente,
lei non può certo conoscere i nostri nomi: siamo dei cittadini fra tanti di quell’unità nazionale che lei rappresenta.
Ma, signor Presidente, siamo anche dei “ragazzi di Barbiana”. Benchè nonni ci portiamo dietro il privilegio e la responsabilità di essere cresciuti in quella singolare scuola, creata da don Lorenzo Milani, che si poneva lo scopo di fare di noi dei “cittadini sovrani”. Alcuni di noi hanno anche avuto l’ulteriore privilegio di partecipare alla scrittura di quella Lettera a una professoressa che da 44 anni mette in discussione la scuola italiana e scuote tante coscienze non soltanto fra gli addetti ai lavori.
Il degrado morale e politico che sta investendo l’Italia ci riporta indietro nel tempo, al giorno in cui un amico, salito a Barbiana, ci portò il comunicato dei cappellani militari che denigrava gli obiettori di coscienza. Trovandolo falso e offensivo, don Milani, priore e maestro, decise di rispondere per insegnarci come si reagisce di fronte al sopruso. Più tardi, nella Lettera ai giudici, giunse a dire che il diritto – dovere alla partecipazione deve sapersi spingere fino alla disobbedienza: “In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo d’amare la legge è d’obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando avallano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate”.
Questo invito riecheggia nelle nostre orecchie, perché stiamo assistendo ad un uso costante della legge per difendere l’interesse di pochi, addirittura di uno solo, contro l’interesse di tutti.
Ci riferiamo all’attuale Presidente del Consiglio che in nome dei propri guai giudiziari punta a demolire la magistratura e non si fa scrupolo a buttare alle ortiche migliaia di processi pur di evitare i suoi.
In una democrazia sana, l’interesse di una sola persona, per quanto investita di responsabilità pubblica, non potrebbe mai prevalere sull’interesse collettivo e tutte le sue velleità si infrangerebbero contro il muro di rettitudine contrapposto dalle istituzioni dello stato che non cederebbero a compromesso. Ma l’Italia non è più un paese integro: il Presidente del Consiglio controlla la stragrande maggioranza dei mezzi radiofonici e televisivi, sia pubblici che privati, e li usa come portavoce personale contro la magistratura. Ma soprattutto con varie riforme ha trasformato il Parlamento in un fortino occupato da cortigiani pronti a fare di tutto per salvaguardare la sua impunità.
Quando l’istituzione principe della rappresentanza popolare si trasforma in ufficio a difesa del Presidente del Consiglio siamo già molto avanti nel processo di decomposizione della democrazia e tutti abbiamo l’obbligo di fare qualcosa per arrestarne l’avanzata.
Come cittadini che possono esercitare solo il potere del voto, sentiamo di non poter fare molto di più che gridare il nostro sdegno ogni volta che assistiamo a uno strappo.
Per questo ci rivolgiamo a lei, che è il custode supremo della Costituzione e della dignità del nostro paese, per chiederle di dire in un suo messaggio, come la Costituzione le consente, chiare parole di condanna per lo stato di fatto che si è venuto a creare. Ma soprattutto le chiediamo di fare trionfare la sostanza sopra la forma, facendo obiezione di coscienza ogni volta che è chiamato a promulgare leggi che insultano nei fatti lo spirito della Costituzione. Lungo la storia altri re e altri presidenti si sono trovati di fronte alla difficile scelta: privilegiare gli obblighi di procedura formale oppure difendere valori sostanziali. E quando hanno scelto la prima via si sono resi complici di dittature, guerre, ingiustizie, repressioni, discriminazioni.
Il rischio che oggi corriamo è lo strangolamento della democrazia, con gli strumenti stessi della democrazia. Un lento declino verso l’autoritarismo che al colmo dell’insulto si definisce democratico: questa è l’eredità che rischiamo di lasciare ai nostri figli. Solo lo spirito milaniano potrà salvarci, chiedendo ad ognuno di assumersi le proprie responsabilità anche a costo di infrangere una regola quando il suo rispetto formale porta a offendere nella sostanza i diritti di tutti. Signor Presidente, lasci che lo spirito di don Milani interpelli anche lei.
Nel ringraziarla per averci ascoltati, le porgiamo i più cordiali saluti
Francesco Gesualdi, Adele Corradi, Nevio Santini, Fabio Fabbiani, Guido Carotti, Mileno Fabbiani, Nello Baglioni, Franco Buti, Silvano Salimbeni, Enrico Zagli, Edoardo Martinelli, Aldo Bozzolini
 
http://letteraaunpresidente.wordpress.com/

venerdì 8 aprile 2011

Sperare e far di conto

Intanto sgombriamo il campo dalle false informazioni. Commentando il Consiglio Comunale sul bilancio 2011, il direttivo di Uniti per Volterra, Marco Costanzi con altri sostenitori di Antonella Bassini e perfino Piero Fiumi hanno parlato a sproposito del rischio di commissariamento per l’amministrazione. In realtà i termini per l’approvazione scadono soltanto il 30 Giugno, quindi se il bilancio fosse stato bocciato semplicemente avrebbe dovuto essere ripresentato nei prossimi mesi rivisto e corretto, senza l'intervento di alcun commissario. Ma entriamo nel merito dell'argomento. Il bilancio previsionale per l'anno 2011, approvato dal gruppo di Buselli con l’ausilio di Antonella Bassini, soffre di molte debolezze, ma principalmente presenta due gravi difetti. E' del tutto irrealistico nel capitolo sugli investimenti e manca di una seria programmazione anche soltanto a medio-breve termine. Intendiamoci, esiste la difficoltà oggettiva dei minori trasferimenti dallo Stato centrale che impone tagli o altri sacrifici, tradotti qui da noi certamente in sforbiciate a molti settori ma anche in un aumento delle tariffe e delle tasse. E’ vero anche che i conti del Comune di Volterra risentono di problemi cronici e complessi, come l'eccesso di spesa corrente (le spese di gestione ordinarie) a fronte di fondi esegui destinati agli investimenti, ma proprio per questo sarebbe servita maggiore lucidità e lungimiranza. Mitigare la spesa corrente doveva essere l'obiettivo prioritario per liberare risorse da impiegare in investimenti utili alla città. Operazione sicuramente non facile, ma da intraprendere urgentemente mettendo in campo una serie di operazioni mirate da portare avanti nel tempo. Cito un progetto che conosco perché lo seguii personalmente. L’inserimento di pannelli solari sul tetto della piscina comunale ridurrebbe le spese di riscaldamento della struttura di circa 35 mila euro all’anno. Questo progetto (coofinanziato dalla Fondazione CRV) purtroppo ha ricevuto nel bilancio 2011 solo 30 mila euro, quando ne occorrerebbero ulteriori 80 mila. Il che significa non volerlo fare. Esisteva la possibilità di puntare su interventi simili, volti a ridurre strutturalmente le spese di gestione per liberare risorse. Invece, si è scelto di sostenere progetti puramente decorativi, quelli di maggiore visibilità per l’amministrazione ma che lasciano i problemi intatti. Ad esempio, molta parte del nostro acquedotto versa in condizioni critiche e avrebbe bisogno di investimenti urgenti, ma nel bilancio 2011 una percentuale altissima (il 73%) dei proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione non sarà destinata ad “urbanizzare” il territorio laddove servirebbe, ma (di nuovo) a finanziare la spesa corrente comunale. Malauguratamente è prevalsa la voglia di apparire a danno della concretezza. Come rimarcato lucidamente da Luigi Cocucci, la maggioranza ha presentato al Consiglio un bilancio accompagnato da un Piano delle opere pubbliche improvvisato e irrealizzabile. In cui la priorità è assegnata a progetti non di stretta necessità, tipo una nuova pensilina in Piazza della Dogana (65.000 euro) o lastricare la piazza appena riasfaltata di Villamagna (130 mila euro). Interventi che in tre anni complessivamente costerebbero oltre 10 milioni di euro, da sommare agli impegni già assunti nel recente passato e ancora inevasi che richiedono spese aggiuntive di altri 5 milioni di euro. Più di 15 milioni di euro di lavori dunque, quando il Patto di Stabilità (che è legge dello Stato) oggi non consente al Comune di spenderne più di 650 mila nel 2011 e 800 mila negli anni successivi. E, si badi bene, che quest'anno 600 mila sono stati spesi già a Marzo, lasciandone solo 50 mila per i restanti 9 mesi. Il rischio di infrangere il Patto di Stabilità è quindi molto serio, con conseguenze gravi. Ben peggiori del commissariamento temporaneo, paventato così inopportunamente  da tanti commentatori poco informati. Durante la seduta sul bilancio, abbiamo chiesto più volte agli esponenti della maggioranza come pensavano di colmare il baratro tra la cifra impegnata complessivamente (15 milioni) e quella fissata dai limiti del Patto, che in tre anni dovrebbe aggirarsi sui 2,3 milioni circa. A questa domanda desolatamente nessuno ha saputo rispondere. 
La scarsa capacità di programmazione si evince, poi, in maniera particolarmente evidente nel bilancio approvato, leggendo le previsioni per le entrate del Titolo IV (alienazioni e trasferimenti di capitale) nel triennio a venire. Mentre per l’anno in corso si è dovuto computare un’entrata realistica, pari a 1,3 milioni circa, nel biennio successivo la fantasia ha rotto gli argini, con previsioni di oltre 8 milioni. Questo per dare, solo e soltanto sulla carta, copertura economica ad opere pubbliche tanto faraoniche quanto irrealizzabili. Ricalcando comportamenti spesso rimproverati alle passate amministrazioni. Semplicemente il costoso progetto dei Cappuccini è stato sostituito da altre chimere analoghe, come il parcheggio sotterraneo lungo viale Trento e Trieste o il secondo lotto del PIP di Saline o il centro fiere agli ex macelli. In passato avevamo molto discusso sulle opere da farsi. L'idea mia e di altri era diversa: puntare su pochi ma concreti investimenti condivisi, lasciando in disparte le operazioni troppo spericolate e accantonando le tante, troppe idee dell'ultimo minuto, che impegnano a lungo (e spesso a vuoto) le risicate risorse di personale comunale. Tanti progetti ipotetici equivalgono a tanti titoloni sui giornali, ma anche ad altrettante illusioni.
Parlando del suo Piano per le opere pubbliche, l’assessore Moschi in Consiglio Comunale ha affermato che l’amministrazione ha inteso scrivere un libro di speranze. Ma anche le speranze debbono confrontarsi sul terreno della realtà e sulla capacità di fare i conti. Altrimenti non rappresentano speranze concrete, ma il preludio di dissesti fin troppo prevedibili.
 

Fabio Bernardini, Progetto Originario

Aggrappati all’ultradestra

Le prime avvisaglie del nuovo sodalizio s’erano avute più di un mese fa. Il Consiglio Comunale del 2 Marzo, con l'intesa tra Bassini e la maggioranza sul tema del “Quoziente familiare”, mise in scena le prove generali di quanto poi sarebbe dovuto accadere in seguito: il patto tra l’estrema destra volterrana e la lista civica ormai depurata da ogni traccia di elementi di sinistra, progressisti o anche soltanto indipendenti. Antonella Bassini, la consigliera arrivata in Palazzo dei Priori grazie ai voti della lista “Il Popolo per Volterra” che successivamente la disconobbe, da tempo ha trovato l’appoggio dell’estrema destra. Una compagine riconducibile ad un piccolo ma aggressivo partito, “La Destra” di Storace, quello che la scorsa estate organizzò l’incontro col neofascista Tilgher, già fondatore di Avanguardia Nazionale. Un partito ansioso di entrare a far parte dell’amministrazione comunale per cominciare a far breccia in Toscana, la storica roccaforte delle odiate sinistre. Una strategia di penetrazione che l'estrema destra persegue da tempo. Si pensi al caso dell'organizzazione Forza Nuova, notoriamente ben radicata in Lazio ma che di recente ha inaugurato tra mille polemiche alcune sedi anche dalle nostre parti. Non vanno tanto per il sottile, l’importante per loro è entrare nel grande gioco delle amministrazioni. L’obiettivo è semplice: costruirsi una solida base elettorale in terre finora avverse, utilizzando gli strumenti del potere locale ma anche facendo leva su sperimentati slogan demagogici tipici della destra sociale. Seguendo un pò l’esempio della Lega nel nord Italia, anzi mettendosi in diretta concorrenza con essa in tutto il centro del Paese, per cercare di raggiungere quella parte di elettorato popolare, delusa e magari arrabbiata per gli effetti della grave crisi economica. La Volterra governata dal sindaco Buselli rappresentava una facile preda, che come tale è stata carpita. Alla prova dei fatti Buselli si è rivelato un sindaco debole e quindi incapace di mantenere una linea coerente. Ma soprattutto è apparso facilmente raggirabile, come dimostrato dal caso Orsi, perché sensibile alle lusinghe e alle adulazioni. Per mesi si è limitato a cercare di liberarsi dalle personalità che temeva potessero offuscare la sua immagine. Purtroppo per lui le persone dotate di quelle caratteristiche erano troppe e alla fine si è ritrovato con una squadra ridotta all’osso, ridotta ormai a minoranza in Consiglio Comunale. Inoltre la progressiva campagna di epurazione degli elementi più solidi e preparati, gli ha lasciato quelli più disposti a scendere a compromessi pur di rimanere in sella. Pochi elementi e poco pregiati, dunque. Colta la necessità di rimpannucciare ad ogni costo una lista ormai stravolta e sfibrata, la destra massimalista ha trovato terreno fertile per il suo ingresso trionfale a Palazzo dei Priori. Conquistando il governo di una cittadina importante, giusto nel cuore della Toscana. Garantendosi una presenza tanto più salda quanto ormai assolutamente determinate per sorreggere la traballante amministrazione Buselli.  

Silvia Sestini, Progetto Originario

ORTOPARKING III – THE NEVERENDING STORY

“Il Tirreno” del 05/04 u.s. prosegue nella saga dell’orto degli ulivi, altrimenti noto, qui sul Poggio, come ortoparking. C’è una bella una bella foto (che girava in internet già da alcuni giorni) nella quale ben si vede l’accesso a quel terreno poco orto e molto parking e quel che resta della piccola stradicciola così “insignificante”.
Certo qualche domanda nasce spontanea se si legge che “…siamo arrivati quando già le ruspe erano all’opera, e la rampa d’accesso era stata tracciata…”. e che  “è venuta fuori la pavimentazione e subito ci siamo mossi per sbrigare le pratiche di vendita” domande del tipo: “è possibile una ratifica di un atto privo di autorizzazioni?” e anche “perché l’assessore Moschi, che è già in avanzata trattativa privata, l’ha inserito nel piano delle dismissioni senza comunicare il problema a tutta la Giunta” e “perché non ne fu informato l’assessore all’Urbanistica ed Edilizia Privata?”..e poi …”siamo sicuri che sia veramente uno stradello insignificante e non una strada romana o medievale?” ed anche “Se per la zona è previsto dal piano urbanistico verde pubblico, che senso ha cederne una parte?” e poi “non era noto che nei piani della lista civica UPV c’era la volontà di trasformare quell’area in un’enorme zona parcheggio?”
Il nostro Sindaco urbanista non può non essere al corrente di tutta la vicenda facendo sorgere più di qualche dubbio ….

Giacomo Giustarini – Progetto Originario

Pasticci di interessi

La mutazione genetica della lista civica ha prodotto un risultato considerevole ma niente affatto originale. Tra le doti acquisite durante la trasformazione cortigian-qualunquista una delle più alla moda è lo strabismo: lo stesso fenomeno può essere guardato in maniera amorevole o arcigna, a seconda dell’occhio utilizzato. Le nuove regole prescrivono di usare lo sguardo carezzevole e assolutorio per noi stessi, gli amici e gli amici degli amici. Riservando quello del carnefice in tutti gli altri casi. L'esempio più eclatante, condito da scenette goffe e quasi esilaranti, è stato il comportamento tenuto dal direttivo della lista civica Uniti per Volterra in materia di conflitto d’interessi. Tutti ricorderanno i comunicati rabbiosi, scagliati contro Luigi Cocucci, soltanto perché possiede 1000 euro scarsi di azioni del parcheggio La Dogana. Fu messo pubblicamente alla gogna ed esortato senza tanti complimenti a dimettersi da Consigliere Comunale. Il grido di battaglia usato come pretesto e ripetuto in tutte le salse era: “Conflitto d’interessi”.  Nessuno prima d’ora si era mai sognato di sollevare un’eccezione così inconsistente per un seggio in Consiglio Comunale. In quel caso il risultato elettorale sarebbe stato volentieri accantonato e stravolto pur di fare posto a Edoardo Bruni, rampollo di un membro dell’attuale direttivo della lista civica e ulteriore rappresentante del partito neodemocristiano UdC. Qualche anima candida avrà perfino pensato: che straordinaria sensibilità! Quale estrema attenzione al problema del conflitto d’interessi! Ma è bastato aspettare poche settimane e subito è cascato l’asino. Anzi è precipitato a capofitto con un sonoro tonfo nel ridicolo. Quando i giornali hanno tirato fuori presunti rapporti di collaborazione tra l’Assessore all’ambiente Roberto Costa e la società Scout, che lavora per l’appunto nel settore delle energie rinnovabili. Il caso configura un conflitto d'interessi reale questa volta, grande come una casa, ma coinvolge un loro rappresentante. In questo caso il direttivo della lista civica non ha ravvisato neppure un problemino. Neanche l’ombra. Anzi: quando pochi giorni dopo è stata rivelata l’esistenza di un progetto per impiantare un gruppetto di pale eoliche nei terreni del suocero di Costa, prima ancora che venisse approvato il regolamento comunale che avrebbe disciplinato il settore, il solito direttivo s’è affrettato a esprimere solidarietà all’Assessore, mandando a ramengo ogni scrupolo. Non ha sentito più il pungolo della mancanza d’opportunità. Svanita ogni avversione verso il sospetto di interessi personali. E si badi bene, non si tratta più di discutere il ruolo di un Consigliere Comunale che non ha funzioni esecutive, ma di quello ben più decisivo e delicato di Assessore. Adesso, però, va bene tutto. Basta usare l’occhio giusto, dunque.

Manola Rosa – Progetto Originario

sabato 2 aprile 2011

CASTELLI DI CARTA

Il Piano Triennale delle Opere Pubbliche fu l'occasione dell'ultimo vero scontro tra i sopravvissuti della lista civica e Progetto Originario. L'assessore Moschi, come sempre, lo presentò in Giunta con carattere di urgenza, senza darci la possibilità di modificarlo a causa dei tempi contingenti; un lavoro improvvisato, raffazzonato e soprattutto non coerente con la reale capacità di spesa del Comune. La Giunta dopo lunghe discussioni decise di approvarlo come atto di responsabilità, con il patto di rivederlo e modificarlo prima dell'approvazione in Consiglio Comunale; Progetto Originario poi è uscito dalla maggioranza e il Piano è rimasto invariato.
Crediamo sia dovere di chi amministra dire la verità sui conti del Comune e non ingannare i cittadini, per questo sentiamo l'obbligo di spiegare a tutti la situazione reale. Il Comune ha la possibilità di “impegnare” ingenti somme su innumerevoli Opere Pubbliche. L'impegno di spesa, però, resta un numero su un foglio di carta, una dichiarazione di intenti irrealizzabile. Il meccanismo che blocca tutto è il famoso “Patto di stabilità”, un noioso e complicato marchingegno contabile inventato dallo Stato centrale che indica la reale capacità di spesa di un Ente.
Non importa quanti soldi tu abbia, cioè gli impegni che sottoscrivi, è importante solo quanto puoi spendere realmente. Nel nostro caso possiamo “impegnare” 15.000.000 di euro (sulla carta) ma per gli investimenti abbiamo un limite di spesa reale, fissato per legge,  di 650.000 euro. Nei primi tre mesi sono stati già spesi circa 600.000 euro lasciando una disponibilità, da oggi fino alla fine dell'anno, di soli 50.000 euro.
L'Amministrazione deve eseguire entro l'anno lavori improrogabili come il tetto di Palazzo Pretorio, la sistemazione dell'isola ecologica, il consolidamento della frana di Doccia ed altri, che non potranno essere pagati fino a gennaio 2012 se non sforando il “Patto” con conseguenze drammatiche per l'Ente. Il Piano Triennale delle Opere Pubbliche presenta lavori per oltre 10.000.000 di euro di fatto irrealizzabili. Far eseguire i lavori alle ditte sapendo in partenza di non poterle pagare, risulterebbe un atto scriteriato: se il Comune non fa fronte agli impegni le ditte vanno in  sofferenza e il tutto ricaderebbe sui lavoratori, rischiando di mettere in ginocchio numerose famiglie già gravate da una situazione di crisi, anche sottoposte all'ingente tassazione comunale aumentata or ora.
In Consiglio Comunale abbiamo chiamato il Piano delle Opere Pubbliche un “libro dei sogni”. L'assessore Moschi ha risposto che si tratta di un “libro di speranza”, raccontando che se non vengono inserite tutte le opere rischiamo di perdere anche possibili finanziamenti. Probabilmente l'assessore non sa che per ricevere qualsiasi tipo di finanziamento dovrebbe disporre di progetti esecutivi mentre questa Amministrazione ha predisposto nel migliore dei casi solo studi di fattibilità, che non danno accesso a nessun tipo di finanziamento. Questo dopo due anni di reggenza del settore delle Opere Pubbliche da parte dello stesso assessore Moschi, che ha dissipato circa 120.000 euro in consulenze e incarichi professionali improduttivi.

Luigi Cocucci, Progetto Originario

ORTOPARKING II

Dalle colonne de “La Spalletta” di qualche settimana fa ho appreso che Orsi, prendendo spunto da un mio scritto, ha fatto un nuovo  esposto a riguardo della vicenda denominata “ortoparking”. Sono curioso di sapere se sia stato presentato e, se non lo fosse, lo inviterei a far mente locale sull’ultimo consiglio comunale, dal quale potrebbe trarre alcuni spunti interessanti. La malafede dell’amministrazione nel caso “ortoparking” (rectius: di alcuni amministratori) è evidente quando Moschi durante il consiglio accenna, rivolgendosi al tecnico comunale, ad una trattativa privata alludendo ad una persona precisa, senza curarsi della gravità delle proprie affermazioni. Un’amministrazione può anche vendere un terreno di proprietà pubblica ad un privato attraverso una trattativa privata, per quanto per ragioni di trasparenza sia sempre preferibile il ricorso all’asta. L’operazione diventa decisamente sconveniente se quell’amministrazione va a vendere un terreno su cui intende ben presto variare le previsioni urbanistiche, magari per potervi inserire un’opera pubblica di valore rilevante: il famoso magaparcheggio tanto caro all’assessore. In questo caso credo che sia molto più corretto attendere l’esito delle nuove previsioni urbanistiche prima di procedere ad alienazioni che potrebbero rivelarsi sconvenienti per il Comune. La consigliera Dello Sbarba ha rimarcato il punto, provocando una netta debucle.
Non ritengo Moschi uno sprovveduto, ma questa volta ha dato dimostrazione del proprio valore. Trattare della cosa pubblica come fosse “roba” propria è il termometro dello spessore culturale e dell’etica di quel che fu il superassessore. Dato che la vicenda era già stata sollevata dal consigliere Cucini, e le affermazioni di Moschi sono agli atti dell’ultimo consiglio comunale, invito i cittadini a verificare quanto affermato per toccare con mano l’inettitudine e la mancanza di trasparenza di chi oggi ci governa.

Giacomo Giustarini – Progetto Originario

L'ABBANDONO DEL METODO PARTECIPATIVO

La condotta tenuta dalla Lista Civica durante la fase preparatoria del bilancio ha evidenziato il totale abbandono del metodo partecipativo. La condivisione delle scelte salienti tra amministrazione e cittadini era uno dei capisaldi  del progetto Lista Civica e doveva rappresentare il metodo di lavoro di questa amministrazione.
La formazione del bilancio è un momento delicato, perché è quello in cui le priorità di un’amministrazione si confrontano con le risorse disponibili, quando necessariamente vengono fatte delle scelte che privilegiano alcune azioni anziché altre. Come ha correttamente illustrato la consigliera Trinciarelli nel corso dell’ultimo consiglio comunale ,quando  le risorse da destinare ad opere pubbliche sono ridotte all’osso, è veramente prioritario per i cittadini investirle in opere di mera estetica? È veramente condiviso dai cittadini il desiderio di avere dei nuovi lampioni in P.zza Martiri della Libertà rispetto alla realizzazione di un ampliamento del cimitero che è oramai all’estremo limite di capienza?
Non si condivide affatto l’affermazione dell’assessore al bilancio Tonelli quando sostiene che poiché questo bilancio è particolarmente impopolare per l’aumento delle tasse e delle tariffe si è deciso di “condividerlo” dopo l’approvazione. A cose fatte, dunque.
 La partecipazione con i cittadini, con le associazioni e con i sindacati è un metodo di formazione del bilancio da fare a monte e non di informazione da dare a posteriori.
Nel programma elettorale la Lista Civica si era impegnata a “cambiare il modo di amministrare ricreando le condizioni per una effettiva partecipazione alla Cosa Pubblica” mediante “l’ascolto e il  dialogo tra amministrazione e cittadini”.
Evidentemente per la nuova “maggioranza” del sindaco Buselli la condivisione delle scelte politiche rilevanti per la città era solo uno dei tanti slogan elettorali buoni per ottenere maggiori consensi. Un bagaglio di idee che si è facilmente abbandonato per far posto ad atteggiamenti arroganti e intransigenti, come lamentato dalle sigle sindacali CGIL, CISL e UIL  con lettera fatta pervenire ai capigruppo  nel corso dell’ultima seduta consiliare. Sindacati che rivendicano il diritto ad essere almeno consultati in fase di formazione del bilancio, ma che non hanno trovato abbastanza disponibilità all’ascolto da parte di questa amministrazione.
Progetto Originario

Acqua passata

Le discussioni relative all’accordo Monopoli-Solvay hanno dilaniato per molti anni questa zona, perché l’episodio coinvolge l'uso delle risorse principali di questo territorio (acqua e sale) e l'idea stessa di tutela dell'ambiente nonché il modello di sviluppo che si intende perseguire. La sentenza del TAR della Toscana, emanata alla fine di Dicembre scorso, ha rimesso seriamente in discussione la cessione della totalità dei giacimenti salini dell'Alta Val di Cecina alla società Solvay. Quantomeno ha bocciato l'impianto su cui si reggeva il progetto di sfruttamento, riconoscendo come contraddittorie le misure di tutela della risorsa idrica richieste dalla Regione alla multinazionale belga. Dopo quella sentenza sarebbe servita un'azione politica pronta ed incisiva nei confronti della Regione, sulla base della documentazione oggi disponibile e sulla accresciuta sensibilità verso l’impiego di risorse naturali preziose e a rischio di esaurimento. Disgraziatamente il Comune di Volterra non è stato capace di intraprendere una simile azione e, nonostante le ripetute sollecitazioni da parte nostra e di associazioni per l’ambiente, è stato perso molto tempo prezioso. Fino al  Consiglio Comunale del 2 di Marzo. In quell'occasione una mozione portata da Sinistra per Volterra e votata all'unanimità impegnò il sindaco affinché chiedesse “alla Regione di non impugnare la sentenza del TAR”, e ancora che agisse “presso la Regione affinché rivedesse il dispositivo della VIA per il progetto di coltivazione delle ex concessioni della Salina di Stato e, in particolare, le misure di salvaguardia per: a) l’acqua per usi civili; b) la risorsa salgemma; c) l’abitato di Saline di Volterra per il rischio subsidenza; d) preveda inoltre misure di compensazione per riportare risorse per l’ambiente e il territorio”. Troppo tardi.
In assenza di un tempestivo intervento delle amministrazioni locali, la Regione ha proceduto presentando opposizione alla sentenza del TAR, rilanciando così la partita sul piano giuridico. Peccato, perché si è trattato di un'occasione più unica che rara per rimettere la materia su di un tavolo politico di trattativa che consentisse un’intesa più vantaggiosa per la nostra comunità. Ma serviva una diversa sensibilità e probabilmente anche una maggiore competenza, che in questi casi spesso corrobora la prima. Purtroppo l'attuale amministrazione comunale non sembra adeguata a sostenere simili iniziative, che anzi in realtà non sembrano neppure interessarle troppo. Infatti, sembra molto più concentrata su altri temi come la ripavimentazione di vicolo Mazzoni o l'acquisto di ulteriori stock di lampioni. E' passato soltanto poco più di un anno e mezzo dalla campagna elettorale, ma sinceramente sembra un secolo. Il programma della ex lista civica, quella che si presentò ai cittadini nel 2009 e che adesso non esiste più, recitava letteralmente: “Allo sfruttamento delle risorse minerarie del territorio non corrisponde un adeguato ritorno né in termini economici diretti, né in termini occupazionali. L’estrazione massiccia del salgemma da parte di Solvay SpA impoverisce rapidamente le riserve del minerale, genera problemi ambientali e di stabilità dovuti a fenomeni di subsidenza e sottrae al fiume Cecina, principale risorsa idrica del territorio, quantitativi d’acqua enormemente superiori a quelli per uso civile, accentuando la carenza della risorsa nei periodi di siccità”. Proseguiva, quindi, assumendo precisi impegni che nessuno oggi sembra neppure ricordare lontanamente: ”L’amministrazione Comunale dovrà intervenire negli ambiti competenti per garantire la priorità degli approvvigionamenti idrici agli usi civili. Occorrerà esercitare pressioni sulle amministrazioni sovraordinate affinché allo sfruttamento delle risorse idriche e minerarie corrisponda un adeguato canone come indennizzo al territorio, necessario anche a garantire l’accurato monitoraggio della subsidenza nell’abitato di Saline di Volterra”. Eravamo ancora in campagna elettorale, appunto, e si trattava di un'altra lista civica, molto più variegata e plurale, dove dimoravano anche queste sensibilità e questi modi di pensare. Poi venne la conquista del Palazzo e nelle persone predisposte a ciò presero piede le più volgari logiche di potere con tutte le lusinghe che sempre si portano dietro. Come spesso succede, dunque, quegli impegni si sono trasformati in misere parole al vento.  


Progetto Originario - Lista Civica

LA NUOVA MAGGIORANZA

Ho assistito solo ad una parte del Consiglio Comunale di martedì scorso: si discuteva il piano triennale delle opere pubbliche. Un’ora e mezzo circa che mi sono stati sufficienti a vedere apertamente di che pasta è fatta la  maggioranza di governo. E non mi sento di parte a fare certe affermazioni perché ho visto le facce e sentito i commenti del pubblico politicamente variegato che assisteva alla seduta.  Alle critiche mosse al piano delle opere pubbliche da parte delle opposizioni di centro-sinistra e di Progetto Originario la maggioranza, nelle repliche di Fedeli, Lonzi, Moschi e del Sindaco, non ha saputo far altro che arroccarsi sulla tiritera delle cose fatte o non fatte dalle precedenti amministrazioni, sull’autocelebrazione di quanto fatto in questi due anni di governo con sacrifici inumani ed estremo coraggio. I poveri martiri contro i carnefici, la colpa è sempre di qualcun altro. Insomma hanno schivato ogni critica, evitando di entrare nel merito di ogni questione sollevata, prima fra tutti l’incompatibilità del piano con le reali capacità di spesa del Comune (servirebbero 10 milioni di euro in tre anni contro circa 650 mila euro annui di capacità di spesa, non sono conti così difficili da farsi). Questo senza tenere di conto degli impegni che il Comune si trascina dagli anni precedenti e che deve ancora saldare che si aggirano intorno a 5 milioni di euro. Fatture da pagare ad imprese che lavorano e che danno lavoro a molte famiglie.
I consiglieri di progetto originario, quando erano ancora in giunta approvarono un piano delle opere pubbliche portato dall’assessore Moschi ai limiti della scadenza dei termini per l’approvazione, dietro il ricatto che non c’erano più i termini per modificarlo. Non approvarlo avrebbe significato mettere il comune nelle condizioni di non avere un piano delle opere pubbliche con le immaginabili conseguenze. Perciò lo votarono, ma solo a patto che venisse sostanzialmente modificato prima della presentazione del piano in consiglio comunale, inserendo un ordine di priorità più credibile e sfoltendolo dagli orpelli per renderlo realizzabile. Accettarono responsabilmente di votarlo, ma dopo l’ennesima aspra discussione interna e soltanto alle condizioni suddette. Ma dopo che gli assessori di Progetto Originario si sono dimessi, evidentemente nessuno nella nuova maggioranza ha ritenuto più necessario di rispettare quel patto: il piano è stato presentato in consiglio tal quale a come era stato redatto da Moschi e Progetto Originario ha pertanto espresso voto contrario.
Ma il voto favorevole del gruppo consiliare di destra, rappresentato dalla Consigliera Antonella Bassini, ha consentito la sua approvazione. Così come è accaduto alcune ore dopo per l’approvazione del bilancio di previsione. Da notare che la consigliera Bassini non ha partecipato né alla conferenza dei capigruppo né alla commissione bilancio, facendo intendere abbastanza chiaramente l’intenzione di appoggiare incondizionatamente il Sindaco Buselli. L’asse della maggioranza adesso è palesemente spostato a destra e meglio sarebbe cominciare a parlare da oggi in poi pubblicamente di una nuova maggioranza che governa la città estremamente differente  da quella presentatasi nel 2009. In barba alla trasversalità, al  risultato elettorale ed alla fiducia accordata alla lista civica da tanti volterrani.
Martedì è stato approvato un piano delle opere pubbliche improvvisato, irrealizzabile, non supportato da progetti e privo delle necessarie coperture economiche. Un piano che invece di concentrarsi sulle priorità della città, sui servizi (come l’asilo o le case popolari) si disperde in mille rivoli che difficilmente, tenendo anche conto delle limitate risorse umane di cui dispone l’ufficio tecnico del Comune, potranno essere anche soltanto affrontati. Si preoccupa di fattori estetici (la pensilina di Piazza Martiri, il lastricato di vicolo Mazzoni, qualche altra sostituzione di lampioni), cose utili e lecite ma da procrastinarsi a quando ci saranno le condizioni per realizzarle, piuttosto che anteporle alle reali esigenze della città. Sarebbe bastato concentrarsi su poche cose utili, come il restauro del tetto di Palazzo Pretorio o la sistemazione dell’isola ecologica, e puntare su esse. Questo volevano i volterrani, ma si è preferito sceglierei un’altra via, quella del libro dei sogni, delle tante e vane promesse, dimenticandosi che è proprio questo modo di intendere l’amministrazione che la lista civica aveva aspramente criticato durante la campagna elettorale. No, non è questo ciò che era stato promesso agli elettori. Giorno dopo giorno si rivela sempre più drammaticamente il tradimento della fiducia dei cittadini, l’improvvisazione e l’inadeguatezza di questa nuova maggioranza.
Manola Rosa – Progetto Originario